Il tradimento andava lavato col sangue. E così fu. Emiliano Quarta, 31 anni, fu brutalmente ucciso nel marzo del 2008 davanti a casa sua, in via Gentile, al quartiere Japigia. L’uomo fu raggiunto da tre colpi di pistola all’addome e morì qualche giorno dopo in ospedale. Un delitto d’onore che, all’epoca, fu avallato anche dai più noti clan malavitosi baresi facenti capo a Palermiti e Mercante. Fecero non poca fatica a capire cosa fosse accaduto. I carabinieri, all’alba, hanno arrestato un pluripregiudicato 28enne barese accusato di quel feroce omicidio maturato per questioni sentimentali.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la vittima aveva una relazione con la compagna del 28enne, che decise di affrontare la questione con il delitto d’onore. Il giovane, oltre a rispondere di omicidio premeditato, dovrà difendersi anche dalle accuse di porto e detenzione abusiva di pistola, mai rinvenuta. Ancora sconosciuto il complice che si presentò sotto casa della vittima insieme all’accusato, a bordo di un Piaggio Beverly 500.

Ad aprire la porta di casa fu l’ignara figlia della vittima, Quarta fu poi attirato con un pretesto fuori dell’abitazione e ferito mortalmente. Le indagini svolte dai carabinieri, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Bari,  hanno permesso di accertare che, quello che sembrava un omicidio maturato negli ambienti della malavita barese per ragioni “professionali”, in realtà è stato un delitto d’onore fatto per punire un tradimento d’amore.

Anche i clan Palermiti e Mercante avviarono una sorta di “inchiesta interna” fatta di diversi incontri ad alta tensione, dove ognuno sospettava dell’altro. Ma alla fine, chiarito che la vittima era stata uccisa per un tradimento, la malavita, per cui evidentemente la “causa d’onore” non è mai tramontata, ha avallato l’efferato crimine senza ritorsioni.

Durante le operazioni di arresto, all’interno di un sottoscala del condominio dove viveva il 28enne, i militari hanno trovato un revolver Smith &Wesson calibro 38 Special carico, 20 grammi eroina, 10 di cocaina e 60 di marijuana. La Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo provvederà agli accertamenti per stabilire se e dove l’arma possa aver sparato.