I Carabinieri del nucleo investigativo di Bari hanno sgominato la banda specializzata nell’assalto ai tir. Cinque le persone arrestate. Si tratta di di due 44enni e un 45enne baresi, ritenuti responsabili a vario titolo di concorso in rapina aggravata, sequestro di persona, detenzione e porto illegale di armi e ricettazione. Solo arresti domiciliari, invece, per un 33enne e un 25enne di Triggiano, ai quli viene contestato il reato di  ricettazione.

Le indagini sono partite dopo una rapina avvenuta lo scorso 30 gennaio lungo la statale 100, a Casamassima. Quattro banditi, incappucciati e armati di pistola, affiancarono con una Fiat Bravo e bloccarono un corriere TNT, sequestrando i due autisti e facendo sparire il carico di scarpe sportive del valore di oltre 300mila euro. Dopo il colpo i carabinieri riuscirono a intercettare il camion a Bari, in via Laricchia, scoprendo in quella zona un deposito dov’era stata scaricata la refurtiva, riuscendo anche a documentare, grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza del deposito, lo svuotamento del mezzo e l’occultamento del carico.

Quattro ricettatori, tra cui un 44enne, vennero arrestati in flagranza di reato, mentre nei locali i militari trovarono il carico di scarpe appena rapinato. Nel deposito furono trovati anche una pistola semiautomatica a salve priva del tappo rosso, con quattro cartucce e un apparecchio “Jammer”, usato per annullare i sistemi di allarme. I militari scovarono anche due tonnellate di caffè, per un valore di oltre 30mila euro, provenienti da un’altra rapina commessa due giorni prima ai danni di un tir in via Amendola e un transpallet, provento dell’ennesimo colpo con sequestro di persona, risalente alla settimana prima e messo a segno sulla tangenziale di Bari ai danni di un autotrasportatore di generi alimentari.

L’attività, grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza, hanno consentito di raccogliere tutti gli elementi necessari per incastrare la banda, che agiva sempre con le stesse modalità. I messi pesanti venivano affiancati e costretti a fermarsi sotto la minaccia delle armi. L’autista veniva sequestrato, incappucciato per poi essere rilasciato in aperta campagna, mentre i tir scomparivano nel nulla, all’interno della base oprativa della banda, il deposito di via Laricchia. A quel punto la refurtiva veniva distribuita anche ai supermercati dell’hinterland grazie a ricettatori compiacenti.