Pasquale Capriati, il pregiudicato barese 54enne, parente del boss di Barivecchia, Antonio, fu arrestato il 25 novembre 1990 per tentata rapina, tentato omicidio, porto e detenzione di armi per fatti risalenti a 10 giorni prima. Dopo 23 anni dall’arresto è arrivata l’assoluzione e ora l’uomo vuole un risarcimento di 516mila euro per l’ingiusta detenzione di sei mesi.

L’accusa era quella di rapina in concorso a mano armata, a seguito di un assalto a un auto articolato e l’inseguimento e la sparatoria che ne sono seguiti, sulla Salerno-Reggio Calabria, all’altezza di Palmi. Capriati fu identificato quale uno dei tre responsabili, arrestato nel dicembre 1990 e rimasto in carcere fino al marzo 1991 per proseguire ai domiciliari per altri due mesi la custodia.

Dopo tre gradi di giudizio, sei processi e due sentenze annullate dal 1990 al 2013 (condanna in primo grado a otto anni annullata dalla Corte d’Appello di Palmi e seconda condanna a sei anni, confermata in appello ma annullata dalla Cassazione e ennesimo processo di secondo grado conclusosi con piena assoluzione, confermata poi dalla Cassazione nel 2013), Oggi Capriati affronta l’ennesimo processo, stavolta davanti alla Corte d’Appello di Messina, per vedersi riconoscere l’ingiusta detenzione . Il prossimo 18 marzo l’udienza per il riconoscimento dell’istanza