Le indagini per fare piena luce sull’omicidio di Alessandro Leopardi, il corniciaio 38enne di Valenzano ucciso e bruciato nelle campagne vicino la sua abitazione, sono serrate. Nei giorni scorsi la Procura ha iscritto nel registro degli indagati il suocero della vittima che, sabato scorso, si è presentato spontaneamente in Procura per essere ascoltato dal magistrato inquirente.

Sull’interrogatorio non sono trapelati particolari, ma presumibilmente l’indagato ha voluto dissipare ogni dubbio sul suo coinvolgimento nell’efferato delitto del genero con il quale c’erano dissapori. Testimoni hanno raccontato che i due litigavano spesso e per diversi motivi. Nei primissimi momenti successivi alla denuncia di scomparsa di Leopardi, sporta dalla moglie, il suocero fu ascoltato diverse volte la sua versione dei fatti non convinse del tutto gli inquirenti.

Il movente è ancora tutto da chiarire, ma – secondo quanto trapelato da fonti investigative – i dissidi tra i due potrebbero essere riconducibili alla gestione dei terreni di proprietà dell’indagato o a una questione di eredità. Su questo aspetto sono in corso ulteriori e più approfonditi accertamenti.

Intanto ieri sono arrivati in procura sulla scrivania del magistrato inquirente i risultati del DNA sui resti umani trovati nelle vicinanze dell’abitazione di Leopardi che confermano che quelle ossa appartengono a lui. Gli esami sono stati eseguiti dal medico legale incaricato dalla procura, professor Francesco Introna.