Un’ora e mezza di «non so, non ricordo, se nei verbali c’è scritto così allora significa che l’ho detto». L’udienza del processo che vede tra gli imputati Giampaolo Tarantini è tutta nella testimonianza resa da Vanessa Di Meglio, amica di Tarantini e da questi chiamata per partecipare alle cene organizzate a Palazzo Grazioli. Con un elemento di nota: alla domanda specifica posta dal difensore di Giampi, Nicola Quaranta, la Di Meglio ha detto chiaramente di non aver ricevuto del denaro, né di aver ricevuto indicazioni da Tarantini di elargire prestazioni sessuali a favore di terzi.

La mattinata si è aperta con la richiesta, poi accolta, dell’avvocato Di Marzo a non autorizzare la ripresa e la registrazione da parte degli organi di stampa della testimonianza della sua assistita Terri De Nicolò. Testimonianza che comunque non c’è stata, avendo chiesto il difensore l’acquisizione dei verbali di interrogatorio della De Nicolò del 21 maggio, 15 giugno e 22 giugno 2009.

Subito dopo la comparsata della De Nicolò è toccato alla Di Meglio rendere testimonianza. Incalzata dal Pubblico Ministero e inchiodata ai verbali di interrogatorio letti per “aiutare la memoria della teste”, Vanessa Di Meglio ha prima negato di conoscere Sandro Frisullo, vicepresidente della Regione Puglia all’epoca dei fatti, con un «questo nome non mi dice niente» e poi accettato l’idea perché «è scritto nei verbali». La prima parte del suo interrogatorio è stata tutta incentrata su un pranzo a Giovinazzo con lei, Frisullo e Tarantini, che si è successivamente defilato lasciandolo soli: «Non ci furono rapporti sessuali, solo degli approcci. Lui ci provò, ma io non volevo starci».

Il resto della sua testimonianza è tutto su una cena del 26 settembre 2009 a Palazzo Grazioli: «Non sapevo dove stessimo andando, ma riconobbi il posto una volta giunti là». Presenti una ventina di persone tra cui ebbe modo di riconoscere Eva Cavalli e George Clooney, oltre naturalmente «all’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi». Nel corso della serata, ha ricordato la teste, pian piano Tarantini e il resto degli invitati andarono, lasciando Berlusconi da solo con altre due ragazze a lei sconosciute. Chiamata da una di queste, la Di Meglio si ritrovò in una stanza con Berlusconi: «Ci furono degli approcci, delle effusioni, siamo rimasti sul superficiale».

Fino alla domanda cruciale dell’avvocato Quaranta: «Tarantini le diede indicazioni di essere “carina” nei confronti di qualcuno? Le offrì del denaro?» Risposta: no.

Il processo riprenderà il 27 novembre, tra i testimoni chiamati a deporre ci sarà Patrizia D’Addario, presente in aula oggi: «Io intendo solo che tutta la verità di questa vicenda che ha infangato me e la mia famiglia esca fuori». Piange Patrizia D’Addario all’uscita del Tribunale, un fremito nella voce, e trema mentre parla, al fianco del suo avvocato Fabio Campese.