Quattro ladri di età compresa tra i 14 e i 16 anni scoperti a rubare nella scuola dell’infanzia in via Bachelet, insieme alla mamma 38enne di uno di questi, denunciata a piede libero, sorpresa con il televisore da 50 pollici appena rubato nella sua Fiat Punto. Altri due bulletti, di 12 e 13 anni, fermati dopo aver sfottuto, ripreso con il telefonino e spintonato un uomo di 56 anni, che nella caduta ha riportato la frattura del femore. Tutto in tre giorni, dal 3 al 5 settembre. Se ne parla sui social network, alla posta, in piazza. Due storie diverse tra loro e una sola morale: se non la finiamo di far finta di niente non si potrà far altro che peggiorare. I protagonisti delle due storie non sono tanto i ragazzi, quanto due adulti, tutt’altro che esemplari nei loro comportamenti.

L’ASSALTO A SCUOLA – Il 3 setembre alcuni vandali si introducono nella scuola dell’infanzia, portando via un televisore, un lettore cd, computer e altro materiale didattico. Il giorno dopo il dirigente scolastico denuncia tutto ai carabinieri. Non contenti, gli stessi vandali fanno irruzione 24 ore dopo. Non sanno che alcuni residenti della zona si sono accorti di loro e hanno già chiamto i carabinieri, che corrono sul posto in borghese. Arrivati a scuola beccano i quattro, ma soprattutto la mamma di uno di questi, che al comandante dirà: “mio figlio mi ha chiamato per caricare un televisore”. Sconcertante. La donna è stata denunciata a piede libero. Il segnale di un disagio diffuso, che nasce all’interno di famiglie sempre meno attente, esattamente come la cittadinanza, sempre meno attiva.

LO SFOTTO’ FINITO MALE – il giorno dopo (venerdì 5 settembre) l’episodio più grave, avvenuto intorno alle 18,3o in una traversa di via Conella. Due ragazzini, telefonino alla mano, iniziano a prendere in giro un uomo di 56 anni. Le grida e i  rimbrotti del malcapitato, Mimmo Favale, non convincono i bulletti a mollare la presa. Uno dei due si scaglia contro il 56enne, impiegato in un’azienda di pulizie e lo spintona. L’uomo cade e sbatte violentemente per terra, procurandosi la rottura del femore destro. Il trasporto all’ospedale Di Venere, poi al San Paolo dov’è ancora ricoverato in attesa di essere operato martedì prossimo. Quaranta giori di prognosi e alcuni mesi per il completo recupero, senza poter lavorare.

LA TSTIMONIANZA DI MIMMO FAVALE – “Non riesco a perdonare i ragazzini per la loro immotivata aggressione – racconta Mimmo Favale, che adesso sta cercando qualcuno che possa assisterlo – ma soprattutto non riesco a perdonare la nonna di uno dei due minori, contro i quali intenterò una causa civile. Ho subito un danno ingente e non ho nessuno che mi possa aiutare. Ero ancora a terra dolorante, quando la donna, nonna di uno dei due, si è messa in macchina ed è andata via. Non mi ha chiesto neppure come stessi. Purtroppo viviamo in una società malata”. Ma come sono andati i fatti? “Stavo portando fuori da un condominio i cassonetti della raccolta differenziata – spiega la vittima – quando ho visto due ragazzini in un’auto. Niente di particolare, se non fosse che all’improvviso uno di questi ha iniziato a invire contro di me. Gli ho detto di smetterla, ma lui continuava, fino a quando non è sceso anche l’altro, quello che mi si è scagliado addosso. Il resto lo sapete”.

LE INDAGINI E LA POLEMICA – Il comandante dei carabinieri, Giovanni Loiacono, è deciso a fare chiarezza su questa vicenda. Nei prossimi giorni ascolterà anche alcune delle persone che hanno scritto di essere stati presenti al’accaduto, sulle pagine di un gruppo Facebook chiamato “Adelfia senza censura”. Perché erano presenti in tanti e alla fine – secondo una prima ricostruzione – sarebbero intervenute solo un paio di persone? Perché nessuno ha chiamato i carabinieri fin dal primo momento? I militari, infatti, hanno saputo dell’episodio dal personale del 118. I ragazzini, non perseguibili penalmente perché minori di 14 anni, saranno comunque segnalati alla Procura competente.

IL SINDACO DI ADELFIA – “Non me la sento di esprimere giudizi sull’episodio – spiega il primo cittadino Vito Antonacci – Questi episodi non devono essere assolutamente sottovalutati. Sono il sintomo di una società distratta che, al contrario, deve rispondere alzando la voce. La famiglia, la scuola e le istituzioni, ognuno è chiamato a fare la propria parte. Dal canto nostro non abbassiamo la guardia. Sono tanti i progetti di lotta al disagio minorile che abbiamo messo in campo per arginare un fenomeno sempre più preoccupante. Con lo sport, la musica, attività ludico-ricreative, cerchiamo di recuperare alla legalità e al senso civico i ragazzi, soprattutto quelli che vivono situazioni particolarmente disagiate. Invito tutti i miei compaesani ad avere gli occhi aperti e a intervenire quando assistono a un episodio di bullismo o vandalismo. Non possiamo continuare a far finta di niente. L’esempio lampante sono i continui atti vandalici al parco pubblico Berlinguer. Proprio alcuni giorni fa ho sentito i dirigenti scolastici, ci siederemo prestissimo attorno a un tavolo per analizzare la questione, in sinergia con gli assistenti sociali”.

LA GARA DI SOLIDARIETA’ PER AIUTARE MIMMO – È lo stesso sindaco ad assicurare che Mimmo Favale non sarà lasciato solo e che l’amministrazione interverrà anche economicamente. Intanto sui social network è partita un’autentica gara di solidarietà per sostenere le esigenze di Mimmo. Non è esclusa l’organizzazione di una manifestazione pubblica, anche per tenere i riflettori puntati sui continui episodi di vandalismo e bullismo che si registrano in paese (purtroppo la situazione è molto diffusa non solo ad Adelfia). Quelli che vi abbiamo raccontato, infatti, non solo gli ultimi di una serie, meno grave ma ugualmente preoccupante, di episodi che dovrebbero farci agire più che riflettere.