Il problema dei rifiuti abbandonati per la campagne continua ad essere di stretta attualità. In una terra sempre più interessata ai rifiuti tombati e sempre meno a quelli di terra almeno a giudicare dalla cronaca, accanto ai numerosi iscritti alla federazione del lancio del sacchetto, esiste purtroppo il  mal costume di dar fuoco ai cumuli di immondizia, di cui le strade della provincia abbondano da molto tempo, come avremo modo di testimoniarvi.

Nel video che pubblichiamo, un nostro lettore ha documentato quanto successo nei pressi di Binetto qualche giorno fa. Teatro dell’accaduto, la zone dell’ex canile “Zampatesa” in strada Cutino. Il video e le foto parlano chiaro: una montagna di rifiuti in cui c’è dentro di tutto, da parti elettriche ed elettroniche a componenti meccaniche passando per scarti alimentari, è stata data tranquillamente alle fiamme. Come ci racconta il nostro testimone oculare, l’immondizia stazionava bellamente da diversi giorni senza che nessuno se ne curasse, fino a quando qualche genio ha avuto l’idea di sgombrare l’area con il metodo fai da te.

Peccato che così facendo abbia sprigionato nell’aria una varietà di sostanze nocive. Per competenza, abbiamo voluto sentire l’Arpa Puglia, nella persona del dott. Massimo Blonda direttore scientifico dell’Agenzia Regionale per l’ambiente: «Tutti questi piccoli abbandoni generano una contaminazione, pur non dando luogo a situazioni preoccupanti. Non parliamo di una Terra dei Fuochi, a meno che questi non siano siti un cui ogni giorno c’è un falò, ma noi non abbiamo segnalazioni di questo tipo. Abbiamo un sistema di monitoraggio continuo – prosegue il dott.Blonda- anche con dei rilievi arei, ognuno di questi abbandoni viene identificato e ne viene data comunicazione al sindaco del territorio interessato, il quale riscontra chi è il proprietario del terreno e provvede all’ordinanza di rimozione. Le zone più complesse da documentare sono quelle nascoste, tipo al di sotto dei cavalcavia, scelte proprio perché al riparo da occhi indiscreti. In prevalenza si tratta di materiali di risulta da attività edilizia, calcinacci, ceramiche, rubinetterie e sanitari, ai quali si aggiunge spesso l’amianto che però non brucia. Quando nel cumulo si aggiunge sostanza vegetale come fasci di potatura, oppure della plastica, a qualcuno può venire in mente di accendere il fuoco, liberando oltre alle solite sostanze anche delle fibre di amianto seppur non in grandi quantitativi. È pericoloso perché si disperde portato dal vento, teniamo presente che nelle città un fondo di amianto c’è sempre».

Come avremo modo di farvi vedere, l’abitudine di abbandonare ogni tipo di rifiuti tra le campagne è una pratica che va avanti da tempo. Lo stesso presidente dell’Amiu Gianfranco Grandaliano aveva parlato di installare delle telecamere per scongiurare questo malvezzo e perseguire i responsabili. L’azienda ha confermato che l’iter sta andando avanti, sperando che si riesca a fare presto.