Tra i documenti che il presidente della Commissione Sanità della Puglia, Dino Marino (PD), ha consegnato in procura dopo la nostra audizione, c’è anche una lettera per certi versi inquietante. Viene denunciata una circostanza gravissima: nella postazione del 118 di Acquaviva delle Fonti, gestita dall’associazione Croce Blu Onlus di Turi, lavora un soccorritore-autista sprovvisto del corso Asl indispensabile per salire a bordo di un’ambulanza, figuriamoci per guidarla. Spieghiamo meglio. Non esiste la figura dell’autista, ma quella del soccorritore-autista. Se così non fosse chiunque potrebbe guidare un’ambulanza e i conducenti dei mezzi d’emergenza potrebbero essere presi per esempio dall’Amtab.

Per di più quell’autista avrebbe partecipato al corso di operatore tecnico dell’emergenza senza avere alcun titolo. La conferma è la mancata consegna dell’attestato finale dopo più di 5 mesi dalla conclusione delle lezioni. Gli altri partecipanti, secondo quanto ci è stato riferito, lo hanno conseguito tutti. Ci risiamo. I commissari che stanno passando al setaccio tutte le associazioni e le postazioni del 118, purtroppo, sono incappati negli stessi errori fatti finora da chi effettuava le verifiche e lasciava i verbali a prendere polvere in qualche cassetto.

Si tirano le orecchie per un raschio sul sedile in pelle di un’ambulanza usurata, ma perfettamente a norma, oppure perché non c’è il doppio fonendoscopio e intanto si consente a un non soccorritore di prestare servizio su un’ambulanza del 118. L’uomo – secondo la denuncia – è il cognato del presidente dell’associazione che ha vinto la gestione della postazione di Acquaviva. La cosa più grave però, è l’autocertificazione del possesso del corso Asl da soccorritore indispensabile per partecipare a quello regionale di operatore tecnico dell’emergenza. Chi conosce la vicenda ha voluto dire personalmente la situazione (lo ha fatto a volto coperto per la solita paura di eventuali ripercussioni ndr).

Dal canto nostro, come al solito, oltre ad avere i documenti necessari per assicurare la fondatezza della denuncia, siamo andati personalmente a chiedere spiegazioni “all’autista”, come si definisce l’interessato, probabilmente non intuendo esattamente la gravità della sua posizione e di quella del presidente-parente della sua associazione. Abbiamo anche provato a sentirlo il presidente. Non ha risposto al telefono. Ci è stato detto che è fuori dalla Puglia. Restiamo ovviamente a sua disposizione e di chiunque avesse qualunque cosa da dire in merito alla vicenda. Speriamo, non essendo funzionari della Asl o poliziotti (qualcuno ci accusa di questo), ma semplici giornalisti, che chi deve intervenire prenda provvedimenti, senza i quali non cambierà mai niente. Questa ennesima denuncia rende ancora più evidente la necessità di internalizzare gli operatori del settore dell’emergenza-urgenza. Per quanto tempo ancora dovremo chiamare il 118 con le dita incrociate? Per quanto tempo ancora la reputazione della moltitudine di appassionati soccorritori, medici e infermieri dovrà essere rovinata dagli improvvisatori? In quella postazione, però, a detta dell’anonimo, si commetterebbero anche altre irregolarità. State a sentire.