Siamo stati minacciati di morte, ma non abbiamo mollato perché crediamo nelle istituzioni. Certo, abbiamo avuto momenti di sconforto; gli stessi che, a maggior ragione, hanno da anni (ora più che mai) soccorritori, medici e infermieri, ai quali più volte sono state fatte promesse non mantenute. Assistere al degrado della gestione di un sistema così importante come il 118, metterebbe a dura prova l’animo di chiunque. Per un anno e mezzo – e ancora continuiamo a farlo – siamo stati al fianco di chi, ogni sacrosanto giorno, si fa in quattro per tentare di portare a casa il risultato più grande: salvare una vita umana. Abbiamo scelto di farlo perché non ci sembrava giusto che le truffe, i raggiri e le complicità di qualcuno, potessero compromettere il presente e il futuro degli onesti, di chi è competente e appassionato.

Il primo tassello concreto è arrivato. Dopo l’impegno preso ai nostri microfoni, il presidente della Commissione regionale Sanità della Puglia Dino Marino, ci ha convocati per capire e far capire agli altri membri della Commissione ciò che sta accadendo nel 118. Vuole raccogliere materiale e noi stiamo preparando un dossier. Di fatto ha convocato me, direttore della testata, ma è come se avesse chiamato a raccolta tutti voi soccorritori, medici e infermieri che, in forma anonima attraverso noi o mettendoci la faccia,  avete provato a sovvertire lo stato delle cose.

Ci sono sindacati come l’FSI 118 e la Fials – magari ce ne sono altri – che continuano a battersi, a non restare silenti. Probabilmente è arrivato il momento di unire le forze. Non abbiamo mai voluto sostituirci a nessuno, ma essere voce e volto di chiunque non se ne sta alla finestra a guardare lo scempio. È soprattutto a voi sindacalisti che ci rivolgiamo: aiutateci. Dateci i vostri documenti, qualsiasi cosa possa essere utile. Venite lunedì (ore 12.30, sesto piano al 204 di via Capruzzi). Non lasciateci soli. L’appello ovviamente è rivolto a chiunque possa dimostrare in qualunque modo la necessità del cambiamento. Sarebbe bello se lunedì foste assiepati come non mai sotto la stanza di chi ci sta ascoltando, per dimostrare che così non va. Proviamoci.

Per la verità, già ad agosto scorso la Regione ha avviato un accertamento ma, a distanza di cinque mesi, non se ne sa nulla. Chi ha sbagliato continua imperterrito a starsene al suo posto. Chi ha truffato – e ancora truffa – continua imperterrito a gestire postazioni. Non se ne sa nulla dell’internalizzazione o di qualsiai altra forma di cambiamento si voglia attuare per la tutela di tutti, tanto degli adetti ai lavori, quanto degli utenti. Non abbiamo competenze specifiche (certo qualcosa dopo un anno e mezzo la sappiamo); non siamo noi a dover restituire parte dello stipendio o a doverci accontentare degli spiccioli; non siamo noi a guidare ambulanze malconce, ad essere affiancati da personale non sempre competente, a dover fare i conti con la mancanza di mezzi o a cimentarci con scelte imposte. Solo voi sapete qual è la soluzione migliore.

Ci è stato assicurato che di tutto quello che diremo sarà chiesto conto a chi amministra, mentre quello che sarà ritenuto illecito sarà sottoposto all’attenzione delle procure interessate. Il nostro compito è questo, non ci tiriamo indietro.