l'ambulanza incidentata di Gravina

Un principio di incendio divampato nel vano motore di un’ambulanza ha rischiato di trasformare in tragedia un normale turno di lavoro. Gli episodi del genere sono talmente tanti da non sembrare veri. Succede nel 118 pugliese. L’ultima disavventura ha avuto come protagonisti – la notte tra il primo e il due novembre – il personale in servizio presso la postazione 118 di Terlizzi, gestita dalla Pubblica Assistenza NPI di Terlizzi.

L’abulanza sostitutiva era appena rientrata dal Pronto soccorso dell’ospedale di Andria dopo il trasporto – da Ruvo di Puglia – di un’anziana donna. Un codice giallo. Sembrava tutto nella norma, quando prima di riportare il mezzo in garage, qualcuno ha sentito uno strano rumore. Subito dopo l’incendio, prontamente spento con una secchiata d’acqua. Chissà cosa sarebbe successo se le fiamme non fossero state annunciate da quel rumore, in considerazione del fatto che all’interno dell’ambulanza in quel momento c’erano quattro bombole di ossigeno. L’ambulanza, infatti, era “pronta” ad uscire nel caso di un’altra chiamata d’emergenza.

Non è la prima volta che l’ambulanza incriminata – secondo quanto ci è stato riferito immatricolata nel 2008 – ha avuto gravi problemi. Alcuni mesi fa si sarebbe letteralmente inchiodata prima di immattersi sulla tangenziale di Bari, con un paziente (codice giallo) da trasportare al Policlinico.

E i controlli? Qualche settimana fa vi avevamo raccontato della perdita d’olio dall’ambulanza sostituiva di Gravina. I disguidi – li chiamano così fino a quando qualcuno non ci rimette la pelle – coinvolgono tanto le ambulanze delle associazioni, quanto quelle aziendali della Asl. L’Assessore alla Sanità, Elena Gentile ha dichiarato che la Regione sta ultimando le verifiche prima di prendere decisioni definitive in merito alla riorganizzazione del sistema 118. Speriamo che questi episodi vengano presi nella giusta considerazione.