I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari hanno arrestato in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia il 24enne Giuseppe Digiacomantonio, il 27enne Salvatore Ficarelli e il 32enne Giusuè Perrelli, tutti ritenuti vicini al clan mafioso “Strisciuglio” operante in Bari e provincia, poiché ritenuti responsabili a vario titolo, unitamente a Giuseppe Dellino cl.78 (deceduto) e Giuseppe Ladisa cl. 81 (deceduto) di omicidio, tentato omicidio, occultamento di cadavere, porto e detenzione di armi, ricettazione con l’aggravante di aver agito mediante l’eliminazione fisica di presunti appartenenti a gruppi criminali avversari al fine di agevolare l’attività dell’associazione per delinquere di stampo mafioso facente capo al clan “Strisciuglio”.

I fatti risalgono al pomeriggio del 20 luglio del 2007 quando in via Amendolagine a Bitonto, quattro individui a bordo di una Fiat Uno esplosero con una mitraglietta diversi colpi d’arma da fuoco all’indirizzo di due sorvegliati speciali che percorrevano quella via a bordo di due moto. Si trattava del 37enne Domenico Conte (vero obiettivo del “commando” ma rimasto illeso) e del 29enne Vito Napoli (rimasto attinto mortalmente), rispettivamente capoclan ed elemento di spicco della consorteria mafiosa denominata “Conte/Cassano”, operante in Bitonto.

L’agguato, in cui rimase ferito anche un ignaro passante, si inquadrava nel conflitto armato tra il clan “Conte/Cassano” ed il clan “Strisciuglio”finalizzato al predominio sui traffici illeciti nella popolosa cittadina dell’hinterland barese, ed era l’immediata risposta al tentato omicidio di Giuseppe Pastoressa (vicino agli Strisciuglio), avvenuto la sera del 13 luglio 2007.

Le indagini dei Carabinieri, proseguite ininterrottamente sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, hanno consentito di appurare che il gruppo di fuoco era costituito dal Digiacomantonio, Ficarelli, Ladisa (morto suicida in carcere) e dal Dellino che successivamente al fatto di sangue, rimase vittima di un grave omicidio. Infatti subito dopo l’agguato, una pattuglia della locale Stazione Carabinieri notò il commando che fuggiva a bordo di un’auto risultata intestata proprio al Dellino. Per paura che questi potesse collaborare con la giustizia in seguito ad un eventuale arresto, venne “eliminato”. Ad incaricarsi della sua uccisione il Perrelli ed il Digiacomantonio che, dopo avergli sparato, fecero sparire il corpo. Il cadavere del giovane è stato ritrovato nelle campagne di Bitonto soltanto il 16 luglio di quest’anno.