Ieri, la prima sezione penale del Tribunale di Bari ha disposto per il massimo esponente della mafia barese lo stato di libertà per decorrenza termini. Ecco che allora, a distanza di tre anni dall’ultima scarcerazione, si riaffaccia il rischio delle ripercussioni, date dalla sua presenza, sugli equilibri della criminalità organizzata in città.

Savino Parisi, detto Savinuccio, boss mafioso di rilievo del capoluogo barese, era stato arrestato l’1 dicembre del 2009 e sottoposto al regime del carcere duro presso il penitenziario di Tolmezzo, in provincia di Udine, nell’ambito del processo “Domino”. In quell’occasione furono arrestate 83 persone con le accuse di associazione mafiosa, traffico internazionale di droga, turbativa d’asta, riciclaggio, usura e tentativo di omicidio. Nell’aprile 2011, come si accennava all’inizio, era stato poi trasferito a Novara, sempre in regime di carcere duro.

Prima dell’arresto del dicembre 2009, Parisi era tornato in libertà il 2 marzo dello stesso anno, dopo aver scontato 22 mesi di reclusione per aver l’infranto l’obbligo di soggiorno a Bari ed essere stato sorpreso dai carabinieri ad assistere, assieme ad altri esponenti della Sacra Corona Unita, a una corsa clandestina di cavalli nell’ippodromo di Monteroni, vicino Lecce, non più riservato a tale scopo. Quando si verificò tale episodio, nell’agosto del 2007, Parisi era in libertà da pochi mesi: il boss infatti era stato scarcerato il 29 aprile dello stesso anno dopo aver scontato 13 anni di carcere per associazione finalizzata al traffico di droga.

18 dicembre 2012

Alessandra Morgese