Il gup del Tribunale di Bari, Antonio Diella, ha emesso questa mattina la sentenza. I fatti contestati a Pasculli riguardano i suoi rapporti con la cooperativa “Romeo” per la pulizia degli uffici municipali. Infatti, fino a luglio 2011 a questa società napoletana era stato affidato l’appalto, a sua volta ceduto ad una cooperativa barese. A seguito dell’inchiesta che ha coinvolto la “Romeo”, il sindaco avrebbe voluto revocare la collaborazione con la società.

Poiché non si poteva sottrarre a quest’ultima l’incarico, il primo cittadino aveva richiesto di predisporre il bando per una nuova gara, che si sarebbe tenuto una volta superato il termine per la scadenza del contratto con la “Romeo”. Però, nel momento in cui si sarebbe dovuto avviare il concorso pubblico, le pratiche non erano pronte, quindi Emiliano avrebbe dovuto prorogare il contratto scaduto con la ditta napoletana.

Il sindaco, però, sospettando la sussistenza di irregolarità nella gestione del bando per sostituire la cooperativa, ha richiesto all’autorità giudiziaria di avviare un’indagine. I carabinieri avrebbero così accertato come l’ex assessore avesse rassicurato la cooperativa barese ( che otteneva il subappalto dalla società campana), alla quale sarebbe poi stato prorogato il contratto.

In cambio della rassicurazione, Pasculli avrebbe ottenuto garanzie per un posto di lavoro per un suo conoscente. Emiliano, però, piuttosto che prorogare l’appalto come avrebbe dovuto, ha preferito affidare l’incarico ad una società controllata, la Multiservizi, con l’obbligo di assumere i dipendenti della cooperativa barese.

A seguito della sentenza del gup, il sindaco di Bari ha annunciato di devolvere i 4mila euro, disposti a suo favore dal giudice in quanto parte lesa del processo, all’inserimento nel mercato del lavoro di soggetti socialmente svantaggiati.

12 novembre 2012

Margherita Micelli Ferrari