Le accuse contro il gup De Felice, che lo scorso 31 ottobre ha assolto il governatore dall’accusa di concorso in abuso d’ufficio, sono state sollevate dai pubblici ministeri, Desirèe Digeronimo e Francesco Bretone.

Infatti, questi ultimi avevano presentato, in una lettera indirizzata al procuratore generale di Bari, al procuratore della Repubblica e al procuratore aggiunto, le proprie perplessità sulla terzietà della De Felice, in quanto “amica” della sorella di Vendola, Patrizia.

La questione, sollevata in modo del tutto irrituale e in violazione di ogni regola processuale, non è stata gradita neanche dai colleghi magistrati del Tribunale di Bari, che hanno replicato con una missiva all’Anm.

«Intendiamo esprimere nei confronti degli uffici giudicanti la stessa fiducia che chiediamo ai cittadini di nutrire in tutta la magistratura. Crediamo fermamente che i magistrati abbiano il dovere di utilizzare esclusivamente nella sede processuale, nei tempi e nelle forme stabilite dalla legge, le informazioni di cui dispongono. Soltanto il rispetto delle regole costituisce garanzia irrinunciabile dei diritti di ogni cittadino e fonda la legittimazione delle istituzioni», scrivono i 26 magistrati.

15 novembre 2012

Margherita Micelli Ferrari