Lo si apprende da un avviso di chiusura indagini lungo 11 fogli, due dei quali sono dedicati solo all’elenco delle persone offese. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm Emanuele De Maria, l’’ingegnere’  avrebbe ingannato le sue vittime presentandosi come un “abile investitore”, capace di “ricavare ingenti guadagni attraverso investimenti mobiliari” e di corrispondere poi “interessi nettamente superiori rispetto a quelli ottenibili nel mercato creditizio”.

Ebbene, dal 2006 al 2011, il falso ingegnere avrebbe ottenuto – da parte di avvocati, commercialisti e imprenditori – la gestione di 6.688.609,3 euro, denaro che avrebbe poi investito “per loro conto sul mercato mobiliare mediante negoziazione di prodotti finanziari”. Questo è quanto si legge in uno dei 21 capi d’imputazione suddivisi per lettera, dalla a) alla z), emessi a suo carico dalla Procura di Bari.

Per illudere le vittime del buon esito degli investimenti, il falso ingegnere a volte restituiva effettivamente parti delle somme cedute, “in modo da simulare attività inesistenti”. Ma i soldi, come nella più grande frode fiscale di tutti i tempi messa in atto dallo statunitense Bernard Madoff, provenivano dalle quote pagate dai nuovi investitori e non da attività produttive o finanziarie. Anche nei periodi di ‘difficoltà economica’, il 45enne avrebbe nascosto la “propria situazione di dissesto finanziario, onde continuare a ricevere denaro che, poi, invece, utilizzava per distribuirlo tra gli investitori ai predetti fini simulatori”.

Fra le accuse vi sono, inoltre, presunte truffe immobiliari nei confronti di una dozzina di investitori: a questi, secondo l’accusa, venivano mostrati falsi preliminari di vendita sottoscritti con un rappresentante inesistente di una grossa società immobiliare che – si faceva credere – stava realizzando il complesso “I giardini di Murat” in via Calefati. Tutto questo per indurre le proprie vittime a fare investimenti nell’acquisto degli appartamenti a un prezzo agevolato e trattenere l’acconto.

Infine, la Procura di Bari parla di truffa aggravata ai danni dell’Agenzia delle Entrate e di falso ideologico in atto pubblico: nei confronti del falso ingegnere, infatti, erano stati emessi tre avvisi di accertamento che avevano portato alla scoperta di un reddito complessivo di 251mila euro. E, dunque, per evitare di pagare le tasse, l’uomo avrebbe presentato documentazione bancaria falsa.

24 settembre 2012

Alessandra Morgese