Queste  provengono dalla condensazione del vapore acqueo atmosferico, contenenti gas, ammoniaca, cloruri e pulviscolo atmosferico in sospensione. Gli spazi sotto sequestro sono: un locale di 700 metri quadri, dove l’azienda svolgeva la sua attività di smaltimento e una struttura metallica che copriva un’intera area confinante con l’officina meccanica.

Qui  venivano stoccati rifiuti sia liquidi che solidi come trielina,imballaggi plastici e ferrosi, solventi, acque emulsive esauste, oli minerali esausti,trucioli e scarti ferrosi,  dischi abrasivi esausti, cartoni, stracci intrisi di oli.

Lo spazio esterno circostante, che si estende per circa 3.000 metri quadri, dove avviene  la raccolta e lo scarico sia delle acque meteoriche,risulterebbe  privo delle autorizzazioni provinciali.

Le misure preventive eseguite dai carabinieri del Noe di Bari, in collaborazione con i colleghi della Compagnia di Monopoli sono state prese nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari sorta dopo un esposto che segnalava violazioni ambientali e rischio di inquinamento sia della falda acquifera, sia della costa monopolitana di ‘Cala Corvino’.

Il Nucleo Operativo Ecologico su provvedimento della Procura della Repubblica di Bari ha eseguito pochi giorni fa un altro sequestro preventivo nei confronti di una società di gestione e smaltimento rifiuti che ha sede ad Acquaviva delle Fonti.

Le indagini sono scattate da una inchiesta dell’ Arpa (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente), che aveva rilevato delle criticità ambientali.

Federica Addabbo