Gli inquirenti sostengono che i De Gennaro siano riusciti a vincere gare importanti e remunerativi appalti pubblici solo grazie all’appoggio di politici decisamente influenti totalmente asserviti ai più prestigiosi imprenditori baresi. A prova di questo, la Procura pare possieda intercettazioni ed elementi accumulati nel corso degli anni, esattamente a partire dal 2005.

 “Tra il 2007 e il 2008 – si legge in una nota della procura – gli incontri tra il sindaco di Bari e gli esponenti della famiglia avvenivano non di rado”.

Emiliano, messo a conoscenza della situazione, ha subito chiesto di “aprire un’indagine amministrativa interna necessaria per l’accertamento delle eventuali illegittimità e per la consequenziale adozione degli atti opportuni”.

Il sindaco di Bari non avrebbe ottenuto, secondo l’accusa, vantaggi consistenti dal rapporto con i fratelli De Gennaro, ma in un’informativa della Guardia di Finanza si chiarisce che Emiliano, in occasione del Natale 2007, avrebbe ricevuto dagli imprenditori della Dec “champagne, vino e formaggi, quattro spigoloni, venti scampi, ostriche imperiali, cinquanta noci bianche, cinquanta cozze pelose, due chili di allievi locali di Molfetta e otto astici”.

Negli stessi atti si sottolinea che “il medesimo pacco regalo era stato inoltrato ad Onofrio Introna, attuale presidente del Consiglio regionale pugliese, a Tonino Ricco, al giudice Amedeo Urbano del Tar Puglia, all’ex assessore alla sanità della Regione Puglia, Alberto Tedesco, ora senatore, a Gaetano Anaclerio e Ludovico Abbaticchio”.

Ostriche e champagne, stando agli atti della procura, avrebbero quindi trasformato politici e funzionari in  “esecutori della volontà dell’impresa che legittimavano formalmente, attraverso la produzione di atti spesso ideologicamente e talora anche materialmente falsi, un’attività, che, di fatto, si è rivelata spesso illecita sia sotto il profilo amministrativo sia sotto il profilo penale”.

Maria Bruno