Amarezza traspare anche dalle affermazioni di Nicola Latorre, senatore del Pd ed esponente pugliese della vecchia sinistra di Dalema.

«Sento urgente il tema della questione morale, della qualità della politica – afferma Latorre – Io penso che chi si ritrova immerso nel ciclone giudiziario, arrestato o indagato, debba fare un passo indietro».

Mentre la sinistra attacca senza sconti Michele Emiliano, il sindaco di Bari si difende:

«Ho sbagliato, sono stato un fesso, non certo un corrotto. I Degennaro non hanno avuto favori dalla mia giunta, nulla di nulla. Mi processo davanti a tutti per quattro spigole e cinquanta cozze pelose.  Non dovevo accettare quel regalo. Però trovo assurdo mettere sullo stesso piano chi intasca tangenti milionarie e chi accetta un pacco natalizio».

Il Primo cittadino del capoluogo pugliese poi aggiunge:

«Io sono una persona perbene, uno che ha lavorato per il bene della sua città. Della carriera politica non importa più niente. Voglio salvare il mio onore. Voglio consegnare ai miei figli un cognome pulito, come io l’ho ricevuto da mio padre. Voglio rimanere fino alla fine, sbattere fuori dal Comune di Bari chiunque si sia avvicinato a me per fare i propri affari. Poi potrò passare la mano a qualcun altro: dubito più onesto, magari più furbo».

Maria Bruno