Ma erano mesi ormai che la ventenne riceveva messaggi di morte, su facebook e sul cellulare, messaggi che presagivano la sua fine nei primi giorni dell’anno. E non pensava Antonella, che dietro quell’anonimo ci fosse il suo fidanzato 19enne, Antonio Giannandrea, che proprio non piaceva a sua madre.

Una storia travagliata, gelosia e ossessione, amore e odio, dove quest’ultimo ha avuto il sopravvento. Un raptus, che non è sfuggito agli inquirenti nella fase interrogatoria di amici e conoscenti della vittima, quando hanno immediatamente notato le ferite sulle mani del ragazzo: già non vi erano più dubbi.

Ieri pomeriggio i funerali, in abito da sposa forse per concretizzare, seppure idealmente, i sogni di una mamma come le altre, che sogna sin dalla nascita della sua bambina di vederla sull’altare con il vestito bianco. Antonella ci è finita cadavere su quell’altare, vittima dell’amore.

Una doppia personalità che la perseguitava, ossessionata da quel nome falso su facebook, che continuamente la minacciava di morte e dove a nulla sono valse le denuncie.

L’ennesima storia di violenza ai danni di una donna, che fa riemergere vecchie questioni, nonostante la parità dei sessi, stessi diritti e stesse opportunità, esiste ancora il sesso debole, vittima predestinata di queste atroci vicende, ma soprattutto vittime di questi uomini che sono incapaci di amare.

Valentina Piccoli