Il personale dell’albergo, infatti, non riuscendo a mettersi in contatto con gli ospiti della camera 448, aveva aperto la porta col passepartout: di fronte alla scoperta del corpo esanime della donna, sono partite le chiamate al 118 e ai carabinieri.

Non è stato difficile per gli investigatori mettere in relazione i due episodi: l’ipotesi più accreditata è che l’uomo abbia prima ucciso la donna, sua moglie, e poi si sia procurato la morte gettandosi nel mare in burrasca.

La conferma arriverà comunque dall’autopsia effettuata sul corpo della 62enne: infatti, se in un primo momento i soccorritori avevano interpretato i segni sul collo come indizi di uno strangolamento fatale, l’ispezione cadaverica effettuata dal medico legale, Giancarlo Divella, secondo fonti non ancora ufficiali, avrebbe rilevato l’assenza di segni di violenza. Soltanto grazie a ulteriori esami sarà dunque possibile stabilire con certezza la causa della morte e il suo responsabile.

Unico dato certo, finora, è che le due vittime, i cui nomi non verranno diffusi fino a quando non sarà rintracciato il loro unico figlio, erano originarie di un comune a nord di Bari, ma vivevano nella struttura alberghiera già da qualche giorno, a spese dei Servizi sociali. In passato la coppia era stata ospitata anche presso altre strutture del genere nel capoluogo pugliese e a Triggiano.

A costringere la famiglia alla precarietà di tale situazione era stata, quasi certamente, la critica situazione economica nella quale la coppia era sprofondata a causa della perdita del lavoro. Dopo una vita da rappresentante di tessuti, il 63enne era rimasto senza lavoro, come la moglie, cosa che aveva progressivamente impedito loro di permettersi una casa di proprietà.

Alessandra Morgese