Secondo una prima ricostruzione fatta dagli investigatori della Squadra Mobile di Bari, Petrone stava camminando a piedi verso casa, lungo una stradina isolata e poco illuminata, quando sarebbe stato avvicinato da una persona che, senza perder troppo tempo, gli avrebbe scagliato contro cinque colpi di pistola calibro 7,65. Tanti, infatti, sono stati i bossoli trovati sul luogo della tragica esecuzione.

A dare l’allarme, dopo aver udito i colpi e aver notato il cadavere riverso sull’asfalto in una pozza di sangue, è stato un residente della zona. Nonostante i tentativi dei medici del 118 di rianimare Petrone durante il trasporto in ospedale, per l’uomo non c’è stato niente da fare.

Sin dalle prime ore successive all’accaduto, gli uomini della Squadra Mobile hanno cominciato a eseguire numerosi controlli nel quartiere, perquisizioni in casa dei malavitosi, raccogliere le testimonianze dei parenti e degli amici della vittima, al fine di ricostruirne il passato più recente. Si sta cercando di capire quali fossero le frequentazioni del 38enne e se nei giorni trascorsi egli avesse avuto dei contrasti con qualcuno.

Petrone, infatti, era pregiudicato: vicino al clan Montani-Telegrafo, che detiene il controllo del quartier San Paolo, aveva qualche precedente per spaccio di droga e reati contro il patrimonio. Inoltre era stato arrestato e processato per associazione mafiosa. “Ma stava per finire il periodo di sorveglianza speciale”, ha detto il suo avvocato, Daniela Castelluzzo: nel novembre 2010, infatti, aveva aggredito con un bastone il fratello della sua compagna, danneggiandogli l’automobile. L’anno successivo era tornato in carcere per il fatto che, pur essendo sottoposto all’obbligo della sorveglianza speciale, era stato visto in compagnia di altri pregiudicati. Infine, solo una settimana fa era stato assolto dal reato di guida senza patente, contestatogli nel 2007.

Poche ore dopo l’agguato, nel giardino condominiale di uno stabile nel quartiere San Paolo di Bari i carabinieri hanno trovato due pistole Beretta semiautomatiche: una calibro 7.65 con un serbatoio contenente 12 proiettili e una calibro 9 con serbatoio vuoto, più un involucro contenente 10 cartucce dello stesso calibro. Le pistole sono risultate rubate rispettivamente nel 1998 e nel 2005 nella provincia di Bari. La Procura della Repubblica di Bari indaga ora per verificare se le armi siano state utilizzate in episodi recenti di criminalità avvenuti nel capoluogo o nelle zone limitrofe.

Alessandra Morgese