Secondo quanto testimoniato dall’ex camorrista Annunziata, che ora vive in una località protetta, il quantitativo di sostanze stupefacenti venduto al clan barese degli Strisciuglio ammontava complessivamente a 10 chilogrammi di cocaina e 20 di hashish. Queste sono state le sue parole al pm:

«Francesco Raggi (responsabile dello spaccio di stupefacenti, ndr) comprava da me di tutto, cocaina e hashish, per conto del clan Strisciuglio di Libertà. Mi risulta che l’acquistava lui e successivamente la rivendeva. Quando arrivava il carico di droga, questo era già venduto, tanto che i corrieri consegnavano direttamente lo stupefacente agli acquirenti con cui avevo già trattato».

Le dichiarazioni del pentito, ieri, sono state depositate agli atti di un processo in corso a Bari nei confronti di una presunta organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti: si tratta dell’operazione “The Butchers”, cioè “I Macellai”, che il 24 marzo scorso ha individuato nella macelleria e nelle due salumerie della famiglia Zonno, di Toritto, le basi operative di un’organizzazione criminale che spacciava ingenti quantitativi di droga.

Secondo quanto accertato allora dal Gico della Guardia di Finanza di Bari, gli stupefacenti arrivavano nel capoluogo pugliese dalla Spagna e dal Venezuela, dopo essere passati da Napoli. Nel corso di quell’operazione furono arrestate 19 persone, nove italiani, nove albanesi e una polacca, con l’accusa di associazione per delinquere dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Ma il processo nei confronti delle altre 26 persone indagate, nove albanesi e 17 italiani, si è tenuto ieri presso il Tribunale di Bari.

«Con Roberto Dello Russo di Terlizzi (anch’egli imputato, ndr), ho lavorato dalla fine del 2005 al 2007 – ha aggiunto Annunziata – fornendogli circa 5-6 chili in totale di cocaina e anche hashish. I rapporti con questa persona si interruppero per una serie di problemi che avevamo avuto con gli albanesi, miei ex amici, che gli vendevano eroina. Gli albanesi – spiega il pentito napoletano – glieli avevo presentati io, pregandoli tuttavia di vendergli solo eroina e non cocaina. Appresi poi che avevano ceduto anche cocaina a prezzo inferiore a quello che praticavo io».

A conclusione del suo racconto, Annunziata ha fornito elementi importanti anche sul legame con la famiglia Zonno, di Toritto:

«Tramite questo Roberto conobbi anche Vincenzo Zonno, che con il primo aveva un rapporto di reciproca compravendita. Andai a Toritto dove conobbi il padre di Vincenzo, Cosimo, che abitava in una masseria. La prima volta, che fu nel 2007, dopo essermi accordato con tutti e due, consegnai a Vincenzo, a Quasano, dove hanno una macelleria e braceria, un chilo di cocaina. Successivamente – ha concluso – consegnai personalmente 17 chili di hashish a Vincenzo, sulla strada che da Toritto porta a Matera».

Alessandra Morgese