Il materiale sequestrato avrebbero reso sul mercato circa 600mila euro. Sono stati denunciati i detentori, accusati anche di aver sistemato la pericolosa mercanzia in luoghi inidonei. I pezzi esplodenti rinvenuti a Molfetta erano stipati in un importante centro di distribuzione di prodotti alimentari e domestici, sprovvisto di autorizzazione, certificazione antincendio e dell’osservanza delle norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.

A Modugno, invece, la merce era stata occultata in un deposito in un locale interrato, non visibile dall’esterno, privo di vie di fuga e delle autorizzazioni necessarie di pubblica sicurezza. Un rituale, quello della diffusione dei “botti” illegali che, quando non si riesce ad arginare preventivamente con l’intervento della forza pubblica, il più della volte sfocia in episodi tragici di infortuni, ferimenti e anche uccisioni. Non di rado i protagonisti di questi folli drammi, molto comuni nella nostra regione, sono i minori.

Emilio Garofalo