Nell’interrogatorio dell’8 aprile scorso, durato cinque ore davanti al pm di Bari Desirée  Digeronimo, la Cosentino avrebbe parlato del “manuale Cancelli”, un modus operandi attraverso cui venivano pilotate le assunzioni di dirigenti nell’azienda sanitaria in tutta la Puglia. Il sistema consisteva in una spartizione delle nomine tra i partiti politici.

«Quando una Asl andava in quota Ds con il direttore generale – avrebbe dichiarato la Cosentino – poi il direttore amministrativo o il direttore sanitario dovevano essere di area o della Margherita o socialista o di Rifondazione. Vendola e Tedesco ci chiamavano e ci dicevano chi nominare».

La dichiarazione dell’ex direttore generale non si limiterebbe a questo. Nel verbale sarebbero illustrate le implicazioni tra politici ei loro imprenditori di riferimento in tutto il territorio regionale e addirittura i nomi di chi contava nella nomina delle cariche:

«Gli assessori che contavano di più e che influenzavano le nomine erano per Bari Tedesco, Minervini e Loizzo, per Lecce Frisullo, per Taranto Pelillo, per Brindisi Saponaro, per Foggia Gentile. Contava anche Gero Grassi. Intini è collegato a Loizzo, Partipilo, Tre Fiammelle e Colummella a Tedesco, la Lucente con Grassi».

Le dichiarazioni della “lady sanità” sono state condensate in sette pagine di verbale, trasmesse in forma integrale alla Procura di Lecce, dal momento che, da quanto ammesso dalla Cosentino, tra alcuni magistrati di Bari e i coinvolti nella vicenda ci sarebbero stati alcuni passaggi di informazioni. Circostanza confermata anche da alcuni verbali sul caro Tarantini.

 

Pasquale Amoruso