Una delle due bambine, infatti, si trovava ricoverata al Perrino di Brindisi, l’altra invece presso il presidio Di Venere di Bari. La donna che ha attribuito ogni responsabilità al piano di riordino predisposto dalla Regione Puglia al fine di recuperare i debiti accumulati per il mancato rispetto del patto di stabilità, ha denunciato che il suo, purtroppo, non è un caso isolato.

Nella struttura Brindisina si trova ricoverata una donna di Lecce che è dovuta recarsi fino a Bari per partorire, dal momento che negli ospedali del capoluogo salentino c’era il tutto esaurito dei posti letto.

Tale carenza negli ospedali è davvero un’emergenza che si fa sentire in diverse zone. La situazione è allarmante nella nostra regione e non solo. Qualche giorno fa il reparto di Ginecologia dell’ospedale Aquilano San Salvatore è andato in tilt perché su venti posti disponibili si contavano ventotto gestanti. Per far spazio e dare la priorità alle pazienti in situazioni di maggiore emergenza, le altre gestanti sono state costrette ad attendere il loro turno lungo le corsie. In Puglia sono diverse le strutture che hanno chiuso i battenti.

L’Asl/Ta ha perso 269 posti letto a seguito della chiusura degli ospedali di Mottola e Massafra e la soppressione di unità operative e posti letto sia nei due ospedali appena menzionati, sia in quello di Martina, di Castellaneta, di Grottaglie e di Manduria. Ora è il nosocomio Umberto I di Fasano che rischia la chiusura sia per la mancanza del personale che dei posti letto.

Palma Maria Roberta Frascella