Oltre agli interrogatori, al fine di verificare eventuali irregolarità nella conduzione dell’indagine, il pool dovrà appurare alcuni aspetti tecnici come le modalità di iscrizione nel registro degli indagati, le date e le tappe dell’inchiesta, visionando direttamente in loco gli incartamenti, non potendo in alcun modo farne delle copie.

Del gruppo di ispettori, che sono semplicemente magistrati ordinari con un incarico extragiudiziario, fanno parte Andrea Nocerra, Giuseppe Maiuro e Tonino Di Bona, guidati da Gianfranco Mantelli, vice del capo dell’ispettorato, Arcibaldo Miller, che si è astenuto da questa precisa indagine per l’amicizia che lo lega al procuratore generale Antonio Laudati. È stato proprio Laudati a chiedere al Ministero che inviasse gli ispettori alla procura di Bari per indagare sull’operato dei pm, a seguito dell’esposto al Csm da parte di Scelsi nei confronti del capo della procura, con l’accusa di aver volontariamente ritardato la chiusura delle indagini sul caso escort per favorire persone coinvolte nell’inchiesta, nella fattispecie, il premier Berlusconi.

A seguito di questa che è stata definita come una “guerra tra toghe”, hanno preso avvio tre distinti procedimenti. Il primo sul piano disciplinare, condotto dal Csm. L’organo di autogoverno della magistratura sta appunto valutando la compatibilità ambientale di Laudati, ovvero se sia opportuno che continui a svolgere l’incarico di procuratore capo a Bari. La seconda inchiesta è sul piano penale ed è condotta dalla procura di Lecce.

I pm salentini, infatti, unici abilitati a indagare sui colleghi baresi, stanno verificando eventuali implicazioni penali di Laudati nella gestione del caso Tarantini, se sia effettivamente intervenuto o meno per ritardare la conclusione delle indagini. Il terzo accertamento è proprio questo degli ispettori ministeriali ed è sul piano amministrativo, diverso sia dal punto di vista penale che disciplinare, dal momento che non entreranno nel merito dell’indagine, in fatti la procura ha già negato l’accesso agli incartamenti di natura prettamente giudiziaria (come intercettazioni o interrogatori).

A loro spetta la verifica dell’iter burocratico e della corretta gestione delle procedure penali (come appunto notifiche degli avvisi di garanzia, il rispetto dei tempi tecnici, le richieste di autorizzazioni). L’indagine ministeriale a Bari dovrebbe concludersi domani. Forse, la prossima settimana, comincerà quella negli uffici della Procura di Napoli.

 

Pasquale Amoruso