Dopo l’esplosione del caso, le polemiche divampano tra quanti sono interessati a preservare la fama dell’università barese. Ben diverso è lo stato d’animo che accomuna quasi tutti gli studenti che ogni giorno vivono quella realtà: durante un breve sondaggio, alcuni di loro hanno dichiarato come ormai si siano «rassegnati e abituati a faccende di questo genere» mentre altri si disinteressano definedola »solo spazzatura».

Entrando nel dettaglio della faccenda, si nota come le voci più insistenti siano quelle che accusano il professore, nel caso di un esame non superato, di aver accettato all’interno del proprio ufficio un secondo colloquio lontano da occhi indiscreti. Un iniziale approccio paterno e gentile che avrebbe lasciato presagire un primo tentativo di avvicinamento con le studentesse del corso di studi.

Tra i corridoi e i viali del Politecnico c’è poca voglia di parlare, tuttavia si percepisce come il fatto oggetto delle chiacchiere fosse «noto da tempo, ma il tutto veniva svolto in maniera discreta – a raccontarlo è uno studente 22enne di Ingegneria – a noi interessano poco queste tristi storie di scandali, dobbiamo continuare per la nostra strada superando questi modi di fare per il nostro bene. Il merito e lo studio devono essere alla base di tutto e non altri metodi di valutazione».

La voce ufficiale del rettore Nicola Costantino smorza i toni della questione ma non i contenuti essenziali. Il suo monito è un chiaro segnale per il docente, richiamato a svolgere gli esami pubblicamente dinanzi a una regolare commissione, invitandolo a osservare la massima correttezza e trasparenza nei rapporti con gli studenti.

«Ho appreso le notizie indirettamente – spiega Costantino – e non dalle studentesse interessate, pertanto ho ritenuto opportuno inviare al docente in questione una comunicazione informale. Se avessi, invece, ricevuto denunce circostanziate direttamente dalle ragazze – aggiunge il rettore – avrei girato la segnalazione alla Procura della Repubblica».

Nel recente passato sono stati altri i “casi” finiti sulle prime pagine dei giornali locali e nazionali. Nel maggio del 2008 due dipendenti sono stati licenziati a causa dello scandalo del test di ammissione della Facoltà di Scienze della Comunicazione, con il conseguente licenziamento causato dall’accusa di peculato.

Un anno prima inoltre, precisamente nell’agosto 2007, alcuni finanzieri in borghese avevano filmato dei candidati mentre compivano irregolarità durante le preselezioni, tramite un’organizzazione strutturata e collaudata che permetteva di usare metodi tecnologici per superare i test d’ammissione di Medicina ed Odontiatria.

 

Daniele Leuzzi