Il direttore si difende, dichiarando di essersi già dimesso come presidente, ma le indagini continuano anche per chiarire un altro aspetto: i tre milioni di euro che il sultano dell’Oman donò al Conservatorio per permettere agli studenti di ottenere borse di studio.

Quello che interessa agli ispettori è capire come mai, e in che modo, i fondi siano gestiti non direttamente dal Conservatorio, ma da una fondazione privata, dedicata a Giovanni Paolo II che dal 2010 si occupa di erogare le borse che finora, per una quota di 1.500 euro ciascuna, sono state offerte a 64 studenti. Si dovrà quindi fare chiarezza su questo passaggio di poteri, visto che il denaro, tanto, era stato affidato direttamente al Conservatorio e non certo a una fondazione privata.

Intanto un membro del Pd ha chiesto un’interrogazione parlamentare al ministro Gelmini, che ha subito smosso le acque insieme all’esposto tanto da far correre gli ispettori ad accertarsi che  conflitto di interessi e gestioni parallele del fondi del Conservatorio non vadano ad inficiare la legalità e l’operato dell’Università della musica barese.

Giuseppe Del Buono