Se cercate il “laghetto di Modugno” su Google Maps scoprirete che si tratta di uno specchio d’acqua “balneabile”, al contrario di quanto denunciato da Giancarlo Ragnini, portavoce locale dei Verdi ed ex consigliere comunale di Modugno.

Su alcune testate giornalistiche troverete anche articoli in cui ne vengono tratteggiate le similitudini coi laghi d’altura delle regioni montane, attorniati da vegetazione sfavillante, giochi di luce inimmaginabili. Ciò che leggerete meno è l’annosa questione partita dal momento in cui è stata chiusa la cementeria.

In riva all’acquitrino, che d’estate si gonfia per via della falda intaccata da ciò che è stato versato nel corso degli anni, qualcuno va a prendere la tintarella, con tanto di spiaggina, secchiello e paletta. I più temerari si cimentano anche in azzardatissime nuotate. Alcuni recenti video amatoriali hanno alimentato il “turismo del laghetto”. Diverse persone sono state sorprese all’interno dell’area della cementeria: vogliono vedere quella meraviglia artificiale, al cui interno ci sarebbero finiti anche i carrelli utilizzati per trasportare in superficie il materiale estratto e le strutture.

A leggere alcuni documenti datati, a firma di Arpa e Asl, proprio l’area del laghetto sarebbe quella più compromessa dell’intero parco. Sì, perché il destino dell’ex cementaria – dopo uno scambio con i proprietari privati – è quello di diventare un parco pubblico. L’area superficiale dei capannoni, invece, resterebbe all’impresa che dovrebbe realizzare un grande parco fotovoltaico.

L’ex sindaco di Modugno, Nicola Magrone, avrebbe dovuto inaugurare il “polmone verde” a marzo scorso, ma è tutto così com’è sempre stato. Secondo quando siamo riusciti ad apprendere, anche l’attuale primo cittadino, Nicola Bonasia, intenderebbe proseguire nell’idea del parco pubblico.

Uno degli elementi che fa molto discutere è il fatto che, a quanto pare, tutto si baserebbe sulla caratterizzazione fatta fare privatamente dall’impresa. Caratterizzazione che non avrebbe segnalato nulla di preoccupante. In tanti chiedono esami pubblici, di sicura affidabilità, soprattutto per l’interesse della comunità prima che si possa procedere con la realizzazione del parco. Ci sono i falchi pellegrini, nel laghetto persino i pesci rossi, ma la presenza di alcuni animali non escludono completamente eventuali rischi per l’uomo.

Nel frattempo chi conosce bene la vicenda sconsiglia vivamente di frequentare quel posto o tuffarsi nelle invitanti acque del laghetto. Un consiglio sensato, soprattutto considerando che in ogni caso si viola una proprietà e che dalle pareti scavate, per esempio si staccano grossi massi e cadono alberi di ogni dimensione. Scavalcare le barriere poste dal lato di Bitetto e Bitritto è facile, ma una volta dentro è altrettanto semplice correre qualche rischio.