In queste ore su Facebook sta spopolando l’immagine postata sulla pagina di Angelo Silvestris, 40enne barese del Nuovo San Paolo. Faccia minacciosa, mentre stringe tra le mani un cinghiale, catturato a mani nude e ammansito con la sola forza del pensiero prima di trasformarlo in succulente bistecche.

Sotto il post i commenti sulla sua grande abilità di cacciatore preistorico si sprecano. Il vero predatore, quello di cui il quartiere avrebbe bisogno per risolvere il problema dell’invasione incontrollata dei cinghiali. Un maschio di uomo vero: barba incolta, sguardo truce. Insomma, di quelli che non devono chiedere mai, al contrario nostro. Per fortuna non abbiamo quelle ambizioni e qualche domanda ad Angelo l’abbiamo fatta.

Con buona pace degli animalisti più arrabbiati, quella ritratta è solo la testa di un cinghiale, ovviamente imbalsamata, chissà da chi e quando, esposta dalla paninoteca ambulante Peter Pan, da Nino. “Non mangerei mai carne di uno dei cinghiali al pascolo nel nostro quartiere – spiega Angelo – collaboratore occasionale di quella paninoteca. I nostri animali mangiano immondizia, non ghiande e radici. Ma poi, come avrei potuto catturare da solo un cinghiale?”.

Chiarito l’arcano sul cacciatore di cinghiali, o come simpaticamente si autodefinisce: l’uomo che sussurra ai cinghiali, resta l’emergenza degli animali selvatici, ormai fuori controllo.