365 giorni di dialetto barese. Anche quest’anno è pronto il “Calannàrie barèse”: in apparenza un normale calendario per scandire i giorni del nuovo anno, in realtà un viaggio per riscoprire il dialetto barese nei suoi aspetti più profondi e suggestivi ma anche meno conosciuti.

L’idea e l’obiettivo di Gigi De Santis e Felice Giovane, gli autori del “Calannàrie”, è proprio quella di diffondere una corretta scrittura e lettura del barese, non più dialetto, ma elevato al rango di vera e propria lingua. Per questo il calendario contiene anche un foglio esclusivamente dedicato alla grammatica di base.

Così, per esempio, gennaio diventa “scennare”, aprile “abbrile”, maggio “masce”. Lo stesso discorso vale per i giorni della settimana: mercoledì diventa “mercredì” e giovedì “scevedì”. Sbaglia, poi, chi scrive l’ormai caratteristica frase “Iì sò di Bbare” senza la “e” atona finale, una caratteristica fondamentale del barese.

Ma nel calendario c’è spazio anche per la storia della città: ogni mese è accompagnato da una foto in bianco e nero di una Bari antica, che ormai è scomparsa e non c’è più. Un prezioso e inedito reportage possibile grazie al vasto archivio di Felice Giovane.