L’essere umano, si sa, è mutevole, capace di adattarsi praticamente a ogni situazione, anche la più scomoda, pur di sopravvivere, ma quello che vi raccontiamo supera di gran lunga molte storie assurde che abbiamo scritto. Da diverso tempo a questa parte abbiamo istituito il Premio Minchia parking, i lettori del QI lo sanno bene e il nome dice tutto sul suo significato. Detto questo, i fatti.

Qualche sera fa un nostro affezionato lettore ha parcheggiato la sua auto in via Pisacane. Fortunato a trovare posto, se ne va per i fatti suoi con la famiglia. Al ritorno, piazzata dietro la sua a meno di 10 centimetri e messa per metà sul marciapiede, sull’angolo, trova una Ford grigia che gli impedisce di uscire. Sul cruscotto, per fortuna, il proprietario ha pensato bene di lasciare un biglietto col suo numero di telefono. Non che giustifichi il modo barbaro di lasciare la macchina, ma sempre meglio che dover suonare il clacson come un pazzo disturbando tutto il quartiere.

Poco dopo la sua chiamata per poter uscire dal posteggio, la macchina parcheggiata davanti alla sua va via, liberando così il nostro lettore dal “sequestro”. Salito con la famiglia in macchina, se ne va per la sua strada. E qui viene la parte assurda di questa storia.

Il proprietario della Ford, infatti, arrivato “a vuoto” non sappiamo con quanta calma, decide di richiamare il disturbatore:”Potevi almeno avvertirmi che te n’eri andato…mi hai fatto scendere inutilmente…se proprio un cogl…” queste più o meno le sue parole, ascoltate in viva voce anche da figlio piccolo del nostro amico. Evidentemente non soddisfatto, il “disturbato” ha deciso di ribadire i concetti via sms.

Ora, va da se’ che per lasciare la macchina in quel modo, il proprietario della Ford proprio un genio non deve essere, e vabbé non è colpa sua, ma l’arroganza del “dopo” lascia davvero senza parole. Tra l’altro, la sua discesa proprio a vuoto non sarebbe stata, dato che gli è stata offerta su un piatto d’argento la possibilità di parcheggiare come si deve, ma molto probabilmente, vista la reazione, non deve essere stato in grado, lui, di coglierla.