“Non mi fermo né al primo e né al secondo ostacolo perché, come dice quel detto della provincia di Chiavari, chi si ferma è perduto”. Il ragionier Antonio Guardalavecchia, che il magnifico Totò interpretava nella pellicola del 1960, in linea generale, aveva ragione: mai fermarsi al primo ostacolo. Neppure al secondo. A Chiavari come a Bari.

Quello che il maestro però non poteva sapere è che qui in città, da un po’ di tempo, gli automobilisti fanno a gara per aggiudicarsi l’ambitissimo premio del Minchia Parking. E dunque ci sono circostanze in cui una persona si deve fermare per forza.

È il caso di un mercoledì qualsiasi in viale Salandra, dove un agguerrito concorrente, ben motivato a vincere il titolo settimanale, decide di parcheggiare la sua Fiat 500 a coda di gatto proprio di fronte alla fermata di un autobus. La vettura numero 6 arriva fiera, baldanzosa e carica di passeggeri. A terra ce ne sono più di una decina pronti a salire. Dietro c’è anche un’auto che chiede solo di passare ma non c’è niente da fare, proprio non si può. Se ci fossimo trovati davanti ad un’altra puntata della saga “Amtab a pezzi” probabilmente il traffico a quest’ora sarebbe ancora congestionato. Ma cosa potranno mai essere dei colpi di clacson o delle vibranti gasteme in confronto alla possibilità di portarsi a casa il premio Minchia Parking? Bazzecole, quisquilie, pinzillacchere.