Eliminare archetti e paletti dai marciapiedi della città per rendere Bari più bella e per eliminare ormai inutili barriere architettoniche. Un’idea apprezzabile. Facile da dire, un po’ più difficile da fare. I lavori sono iniziati la scorsa settimana, ma chi si aspetta quartieri sgombri da ostacoli di metallo in tempi brevi rimarrà deluso.

«Abbiamo organizzato una squadra e incominciato da corso Sonnino e via Dalmazia – spiega il direttore della Multiservizi, Gianvito Spizzico – solo in quelle due strade abbiamo contato 163 archetti e 370 paletti, dunque più di 600 postazioni sulle quali lavorare. Per ognuna di esse dobbiamo rompere, estrarre la base in metallo e ripristinare il marciapiede. Sarebbe stato più facile segare e cementare ma dato che l’ordinanza della Ripartizione Traffico parla anche di decoro, l’unica operazione da fare è quella che abbiamo messo in atto».

Un lavoro dispendioso e certosino che non si potrà certo esaurire nel giro di qualche giorno. «Per il Comune è un’operazione a costo zero – specifica Spizzico – la squadra che abbiamo messo a disposizione è composta tre persone, nella speranza che da settembre le unità possano diventare quattro. Riusciamo a togliere cinque o sei paletti al giorno, non di più. Volendo fare due conti, e volendoli allargare ad una città che a questo punto ne conterà probabilmente più di un milione, per arrivare a lavoro finito si prospettano tempi molto lunghi. Un’operazione dovuta, se si pensa che in alcune zone della città gli archetti sono sistemati a meno di quaranta centimetri gli uni dagli altri, ma allo stesso tempo un’impresa davvero molto complessa».

Insomma fra una, magari due legislature di governo cittadino, Bari sarà totalmente libera da archetti e paletti di metallo. Possibile che nel frattempo Gianvito Spizzico sia andato in pensione. Possibile anche che nel frattempo i cittadini baresi #pocoperbene tornino alla moda dei parcheggi selvaggi e che di quei dissuasori si torni ad aver bisogno. Nel frattempo, buon lavoro ai tre moschettieri della Multiservizi.