I siti accreditati per le prenotazioni online (su tutti Lastminute.it) registrano in testa alle città più cliccate, Barcellona con il 21% in più di turisti rispetto allo scorso anno, seguita da Parigi (+ 19%). Complici invece, le belle giornate e il clima primaverile, l’Italia avrà Venezia e Roma come città più affollate, seguite da altre città d’arte e dalla Costiera Amalfitana e Napoli.

Sebbene non nelle stime delle località predilette, la Puglia offre uno scenario perfetto per una scampagnata sul Gargano o un tuffo a Otranto e Ostuni, nonché un intero itinerario gastronomico di masserie e agriturismi , nel territori della Murgia e non solo, con specialità tipiche regionali da gustare immersi a contatto con la natura.

Ma soprattutto i turisti e i residenti pugliesi possono rivivere le antiche tradizioni della Settimana Santa con i suoi culti religiosi. Ogni paese dell’interland barese parte con le celebrazioni il venerdì precedente alla domenica delle Palme con la processione della Statua dell’Addolorata, la Madonna che cerca il figlio, portata da donne che sfilano con il velo nero del lutto. A Bari Vecchia le signore aprono le finestre al passaggio della Vergine, come per farla entrare in casa e altre emettono gemiti di dolore alla sua apparizione.

Uno dei giorni più significativi è il venerdì prima di Pasqua, durante il quale le statue che raccontano la passione di Cristo sfilano per le strade (a Molfetta parte di notte per esempio) accompagnate da figuranti che rievocano suoni ed eventi prima e dopo la morte di Gesù, davanti interi paesi in silenzio. E in ogni cittadina si può assistere a un’organizzazione diversa, a rituali differenti. Ad esempio a Carbonara tutti attendono il momento in cui l’Addolorata incontra la statua del Cristo morto.

Oltre a tutto questo le tradizioni pasquali pugliesi riguardano la cucina. A parte il tipico agnello pasquale e le “scarcelle”, ci sono i taralli fatti in casa passati nella glassa di zucchero e i mostaccioli, (dolci a base di mandorle), le cui ricette si tramandano di generazione in generazione. E a pranzo non può mancare certo il “benedetto”, antipasto a base di uovo sodo, arancia a fette e salame, chiamato così perché prima di assaporarlo bisogna “benedirlo” con una palma di ulivo e acqua santa. Un modo che da secoli onora la Pasqua e la Resurrezione.

 

Angela Nitti