Con una frequenza sempre maggiore il dermatologo viene interpellato da soggetti, prevalentemente ma non esclusivamente di sesso femminile, spesso emotivamente estremamente turbati, che denunciano di non tollerare nessun cosmetico o prodotto di toeletta: saponetta, bagno schiuma, creme o schiume da barba, matite, rossetti, fondo tinta, cerette; sono allergico a tutto, raccontano. A distanza di tempo il contatto con quei prodotti provoca la comparsa, per qualche attimo o diverse ore, di una sensazione di puntura, prurito, bruciore, tensione della cute, nelle zone di applicazione. A volte la sintomatologia è estremamente intensa, tanto da alterare significativamente la qualità della vita. Generalmente, all’esame obiettivo, la cute presenta un aspetto del tutto normale, mentre il riscontro di una certa tendenza all’arrossamento cutaneo, una maggiore presenza di teleangectasie ed una fine desquamazione sono del tutto infrequenti. È questo il fenomeno detto della pelle sensibile (sensitive skin syndrome: SSS).

Questa patologia colpisce circa il 50% dei soggetti caucasici (quindi noi europei) in età piuttosto giovanile (18-50 anni, con una moderata prevalenza nel sesso femminile. Le donne in epoca menopausale sembrano particolarmente esposte a questo fenomeno. L’elemento scatenante più frequentemente denunciato, che richiama l’attenzione del paziente, è l’intolleranza ai cosmetici, ma la SSS può manifestarsi anche in seguito all’esposizione a Raggi Ultravioletti, vento, variazioni della temperatura ambientale (caldo, freddo, estate, inverno), assunzione di cibi piccanti e/o speziati, alcool o anche eventi emotivamente stressanti. La sintomatologia si manifesta in un lasso di tempo variabile, da qualche attimo a diverse ore; la sede più spesso interessata è il volto (in ordine decrescente di frequenza: solchi nasogenieni, zigomi, mento, fronte, labbro superiore) mentre mani, capillizio, piedi, collo, braccia, tronco, dorso e genitali sono sedi possibili ma meno frequenti.

Dal punto di vista eziopatogenetico, il problema non è ancora ben conosciuto. In gran parte dei soggetti interessati è rilevabile una alterazione della funzione barriera della cute, che si presenta secca e disidratata con un ridotto spessore dello strato corneo (ciò permetterebbe l’assorbimento percutaneo di sostanze irritanti) e/o turbe della funzione neurosensoriale periferica. Elementi favorenti sembrano essere rappresentati da una storia di dermatite atopica, acne volgare, acne rosacea, dermatite seborroica, dermatite allergica da contatto, squilibri ormonali, ecc., mentre in alcuni casi non sembra trascurabile una situazione di stress emotivo. Ancora discusso è il ruolo di una predisposizione genetica.

La diagnosi di pelle sensibile è prevalentemente clinica e anamnestica. Essendo in presenza di una sintomatologia pressoché esclusivamente soggettiva, è fondamentale distinguere la Sensitive Skin Syndrome dalle sintomatologie similari indotte da patologie organiche (diabete, allergie, disendocrinopatie, ecc.) e dalle psicosomatosi. Pertanto, pur nella convinzione clinica di una vera SSS, è fondamentale procedere ad un accurato esame obiettivo e ad una accurata anamnesi che guidino la formulazione di un appropriato panel di indagini biochimiche e strumentali, utili a distinguere i reali casi di SSS dalle pseudo-SSS. In realtà per la cute sensibile esistono alcuni tests quali quello all’acido lattico, alla capsaicina, all’istamina, ecc. o la valutazione delle immagini di risonanza magnetica funzionale, che potrebbero aiutare, ma molti di questi sono di non facile e rapida esecuzione ambulatoriale, e la loro attendibilità è ancora tutta da validare.

Per il trattamento, in caso di una patologia dimostratamente causale, si procederà al trattamento di questa o all’intervento di un psicologo in caso si sospetti una psicosomatosi. Allo stato attuale non esiste un protocollo standard validato per il trattamento della (vera) cute sensibile, per cui molto si basa sull’esperienza personale del medico. Certamente il primo intervento da fare è eliminare qualsiasi elemento di cosmesi e/o di toelette utilizzato dal soggetto, detergere delicatamente con un detergente sintetico a pH lievemente acido arricchito di idratanti ed elasticizzanti (abbiamo detto che molto spesso la cute tende ad essere secca e disidratata). Non essendo patologia di natura allergica, l’uso di prodotti cortisonici (creme, pomate, lozioni, ecc) è del tutto ingiustificato. In questo periodo può essere utile l’assunzione di un antistaminico di ultima generazione, da assumere sempre a stomaco pieno e con la tassativa (prudenziale) sospensione dell’assunzione di alcoolici di qualsiasi genere.

Dopo un congruo periodo di sospensione si deve procedere alla lenta e progressiva reintroduzione dei cosmetici in precedenza usati e che potrebbero aver causato l’insorgenza della SSS per osservare la reale esistenza di una stretta relazione causa-effetto.

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Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.