L’herpes zoster (noto anche come fuoco di Sant’Antonio per l’intesa sensazione di bruciore che provoca nel punto colpito) è una patologia virale, contagiosa, provocata dal virus varicella-zoster (VZV), appartenente alla famiglia delle Alphaherpesvirusviridae. Il VZV è trasmissibile per via aerea o per contatto diretto e può dare luogo a due distinte manifestazioni cliniche: la varicella e l’herpes zoster. Entrambe lasciano immunità permanente ed il ripetersi dell’una o dell’altra è un evento veramente eccezionale.

Al primo contagio il virus, una volta penetrato nell’organismo, dà luogo ad una viremia che provoca la varicella (malattia infettiva, epidemica, febbrile, solitamente benigna ma pericolosa in gravidanza per le gravi conseguenze che può avere sul feto); superata questa fase, il virus va ad indovarsi a livello dei gangli spinali e qui rimane silente sinché una qualsiasi malattia o situazione che provochi la depressione del sistema immunitario (intensa esposizione al sole, stress psicofisico, assunzione di farmaci immunosoppressori, decadimento senile, ecc.) o una nuova esposizione al VZV lo slatentizza provocando la comparsa dello zoster. Non ci si può ammalare di zoster se non si è sofferto di varicella.

L’herpes zoster può insorgere in qualsiasi zona del corpo (anche se è più frequente alla testa ed al torace), in qualsiasi età (ma la frequenza più elevata si ha dopo i 50 anni), senza distinzione di sesso. L’esordio avviene con una sintomatologia piuttosto aspecifica della durata di 2-3 giorni ma che, in casi del tutto eccezionali, può durare sino a 3-4 settimane: stato di malessere, febbre e dolore/bruciore localizzato di intensità anche molto elevata (può simulare altre patologie quali un attacco di appendicite, e qualcuno è finito erroneamente sul tavolo operatorio). A questa fase segue la comparsa nella zona dolente di un arrossamento della cute o delle mucose che, nel giro di qualche giorno o qualche ora, si ricopre di vescicole a contenuto dapprima sieroso e successivamente (spesso ma non obbligatoriamente) assumono un aspetto puruloide, si estendono progressivamente con un percorso grossomodo lineare seguendo il percorso di un nervo (tipica la localizzazione toracica intercostale) ed in fine, rompendosi, danno luogo ad una crosta nerastra al distacco della quale si ha la guarigione clinica.

Le manifestazioni cutanee ed il dolore si presentano localizzate esclusivamente ad una metà del corpo, mentre la metà contro laterale appare indenne tranne, eventualmente, qualche rara vescicola isola in prossimità della linea mediana del corpo. La contagiosità dura dalla comparsa delle vescicole alla formazione delle croste. Normalmente la guarigione delle manifestazioni cutanee avviene anche spontaneamente, senza trattamenti, in 3-4 settimane mentre la sintomatologia dolorosa, specie nei soggetti anziani, può persistere anche un anno ed oltre (algia posterpetica). Il trattamento è utile nell’accelerare il decorso e limitare i possibili danni collaterali.

La sintomatologia dolorosa si manifesta a fitte e dà una caratteristica intensa sensazione di bruciore, si propaga anche’essa lungo il decorso di un nervo, ha una intensità variabile secondo la sensibilità individuale e l’età del soggetto colpito: nei bambini può essere del tutto assente, mentre nell’anziano tende ad essere sempre più intenso con l’avanzare dell’età. Eccezionalmente il dolore può rappresentare l’unica manifestazione herpetica, mancando le manifestazioni cutanee (herpes sine herpete). Dopo la guarigione spesso residuano chiazzette biancastre circondate da un’area di pigmentazione brunastra e la cute presenta variazioni della sensibilità sia in senso di accresciuta sensibilità (sino a percepire come dolorosi stimoli meccanici lievi come lo sfioramento con le dita) sia di ridotta sensibilità, sino alla completa anestesia localizzata.

Secondo la localizzazione lo zoster può dare luogo a complicanze quali l’encefalomielite, turbe della motilità, paralisi dei nervi cranici,infezioni batteriche secondarie (solo in questo caso è giustificato il trattamento antibiotico), ecc. Una forma particolare di herpes zoster è lo zoster oticus: si manifesta con dolore generalmente molto intenso a carico dell’orecchio, febbre, senso di stanchezza (astenia) cui segue la comparsa a carico del padiglione auricolare della tipica sequela eritema, vescicole, pustole e croste associate ad ingrossamento dei linfonodi pre e retro auricolari. Tutto ciò può associarsi alla comparsa di sordità improvvisa e senso di vertigine soggettiva (il soggetto sente se stesso girare nell’ambiente circostante), piuttosto rara la comparsa di una paralisi del nervo facciale. La sintomatologia vertiginosa, intensa nei primi giorni, tende ad attenuarsi ed in fine scomparire in un paio di settimane, il dolore tende a persistere a lungo anche dopo la guarigione, la sordità e la paralisi del facciale spesso sono permanenti.

L’herpes zoster oftalmico (10-25% di tutti i casi di zoster) colpisce l’apparato oculare, soprattutto in soggetti oltre i 50 anni d’età, con identica frequenza in entrambi i sessi. Si manifesta frequentemente con le tipiche lesioni vescicolari sulla palpebra che può presentarsi ptosica (cioè non si riesce più ad aprirla), può aversi infiammazione della congiuntiva e coinvolgimento della sclera, possibile la sovra infezione da stafilococco. E’ una forma da affrontare molto seriamente ed immediatamente alla comparsa delle manifestazioni per le possibili complicanze: coinvolgimento corneale (che può portare alla cecità), cheratite epiteliale o stromale superficiale o profonda o neurotrofica, uveite, necrosi acuta retinica, ecc. Tutte situazioni che possono danneggiare gravemente ed in maniera permanente l’apparato oculare.

Il trattamento deve tassativamente essere iniziato entro 48-72 ore dall’inizio delle manifestazioni per avere buone probabilità di successo, non tanto sulla sintomatologia cutanea che come abbiamo detto guarisce anche spontaneamente, ma soprattutto sui possibili effetti collaterali e sulle sequele, quali il dolore postzoster, le turbe neurologiche, ecc. Esso prevede l’uso di antivirali sia per via orale per una settimana (il dosaggio dipende dalla molecola utilizzata, e le più recenti sono veramente ottime), sia per via locale applicandoli 5 volte al giorno sino al distacco delle croste. La terapia antibiotica è utile solo nel caso di sovra infezioni batteriche giacché è a tutti ben noto che gli antibiotici non hanno alcun effetto sui virus. Per il trattamento del dolore va subito chiarito che non vi sono farmaci specifici, ma la loro efficacia è del tutto individuale. Nei casi gravi e persistenti si può ricorrere all’alcolizzazione del nervo o interventi similari.

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Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.