Il termine verruca indica genericamente un gruppo di neoformazioni cutanee benigne, dovute all’azione dei papillomavirus (o HPV: Human Papilloma Virus). Le verruche possono localizzarsi in qualsiasi distretto cutaneo e/o mucoso senza distinzione di sesso o di età, presentano un aspetto papulo-nodulare, superficie rugosa, colorito dal roseo al bianco-grigiastro al brunastro, dimensioni variabili dal puntiforme al centimetro ed oltre, numero variabile sino ad alcune centinaia, isolate o confluenti tra di loro. In quanto virali, le lesioni sono trasmissibili per contatto superficiale diretto tra persone, o mediato (per l’utilizzo comune di saune, piscine, abbigliamento interscambiato, palestre, ecc.) o anche per autoinoculazione. Il neonato può essere contagiato dalla madre affetta durante il parto.

Innanzi alla comparsa improvvisa di un gran numero di verruche si impone una accurata indagine biochimica e strumentale, potendo l’eruzione essere spia di problemi di ordine generale (immunologico? tumorale?). Per la diagnosi di verruca è sufficiente l’esame clinico, rara la necessità dell’esame istologico per differenziarla da un tumore cutaneo.

Clinicamente le verruche vanno distinte in: verruche volgari (comunemente note come porri), verruche piane giovanili, verruche plantari, verruche genitali (o condilomi acuminati), verruche seborroiche.

Verruche volgari: lesioni benigne dovute agli HPV, si localizzano prevalentemente alle mani (palmo, dorso, dita, regione periungueale) ed alle gambe. Al palmo tendono ad approfondirsi nel piano cutaneo, mentre al dorso ed alle dita assumono un aspetto più nodulare.

Verruche plantari: lesioni benigne più frequenti nell’adulto, si presentano poco rilevate sul piano cutaneo, (crescono piuttosto in profondità), spesso presentano sulla superficie piccoli puntini rossi o neri dovuti a microemorragie. Le verruche plantari causano dolore piuttosto intenso alla deambulazione. Vanno distinte soprattutto dal callo, anche se a volte ne sono circondate.

Verruche piane giovanili: neoformazioni benigne, prediligono i bambini ed i ragazzi pur essendo possibile riscontrarle negli adulti. Localizzate più frequentemente al volto e/o alle mani, si presentano come piccole neoformazioni (1-3 mm), spesso numerose, appiattite, poco rilevate sul piano cutaneo, di colore generalmente roseo pallido.

Verruche genitali o condilomi acuminati (noti volgarmente come creste di gallo): si presentano come piccoli papillomi biancastri o rosei, peduncolati, spesso riuniti a mazzetto, a superficie moriforme, localizzati alle grandi e piccole labbra, vagina, collo dell’utero nella donna, glande, canale uretrale, prepuzio nell‘uomo. In entrambi i sessi possono interessare il canale anale, la regione ano-perianale,la cavità orale (lingua, guance, tonsille, ecc.). Autoinoculazione da verruche di altre sedi, contatto diretto con portatori di verruche, via mediata, via sessuale sono le vie di contagio. Anche queste verruche sono dovute agli HPV, ma in questa sede è possibile l’evoluzione in carcinoma sia nel maschio che nella donna qualora siano causate da alcuni HPV oncogeni; in particolare gli HPV 16 e 18 responsabili del 70% dei tumori del collo dell’utero, vagine e vulva. Questo tipo di HPV è diffusissimo, ma la maggior parte dei soggetti colpiti guarisce spontaneamente tramite le proprie difese immunitarie (80% circa). Le attuali tecniche di laboratorio come l’ibridazione in situ, giusto per citarne una, permettono di tipizzare i virus in causa e quindi identificare i soggetti a rischio, permettendo così di intervenire adeguatamente e per tempo. L’enorme diffusione di questi virus impone la vaccinazione, da effettuarsi precocemente, prima dell’inizio dell’attività sessuale in entrambi i sessi, in modo da sviluppare le difese immunologiche prima del contatto con il virus. I limiti del vaccino sono legati alla mancata copertura verso tutti gli HPV oncogeni. I condilomi acuminati vanno distinti dai condilomi piani, propri della sifilide secondaria.

Verruche seborroiche (o cheratosi seborroiche o verruche senili): neoformazioni assolutamente benigne, hanno una eziologia ancora non ben conosciuta nella quale sembrano avere un ruolo la predisposizione genetica, le radiazioni solari ed in qualche caso gli HPV. Spesso multiple, di colorito grigiastro, più o meno rilevate sul piano cutaneo, squamose in superficie, di dimensioni variabili sino a qualche centimetro di diametro, a volte lievemente pruriginose, compaiono prevalentemente al volto ed al tronco in entrambi i sessi, soprattutto dopo i 50 anni. Le lesioni possono assume un colorito scuro, sino al nerastro, potendo simulare un melanoma o altri tumori cutanei pigmentati.

Le verruche possono andare incontro ad autorisoluzione ma è preferibile trattarle ad evitare il loro più probabile aumento numerico e/o dimensionale. Il trattamento prevede innanzi tutto che la le lesioni vadano eliminate al più presto possibile, appena compaiono. Nessuna lesione è abbastanza piccola da non poterla eliminare (come purtroppo a volte viene scorrettamente sostenuto). Ciò allo scopo di ridurre al minimo la possibilità dell’autoinoculazione.

Per il trattamento si può scegliere tra varie metodologie: dall’applicazione di cheratolitici, quali i preparati con acido salicilico, alla crioterapia mediante azoto liquido, neve carbonica, ecc., all’asportazione mediante cucchiaino tagliente di Volkmann, elettrocoagulatore, laser, ecc. La scelta dipende dal tipo, dalla sede, dalle dimensioni delle lesioni e dall’esperienza dell’operatore. La recidiva è sempre in agguato, specie se si tarda ad intervenire, e nessun metodo garantisce la risoluzione del problema nonostante i costi a volte elevati.

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Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.