La dermatite atopica (D.A.), o eczema costituzionale, è una patologia cronica non contagiosa, caratterizzata da cute secca, pruriginosa e facilmente irritabile. Colpisce tra il 5% e il 20% dei bambini e l’1-2% degli adulti, con una lieve prevalenza nel sesso femminile. In costante aumento soprattutto in Occidente nei paesi sviluppati (negli ultimi 30 anni sembra essere aumentata del 200-300%), nel 90% dei casi si manifesta entro i primi 5 anni di vita con una prevalenza per il primo biennio, presenta un alternarsi di guarigioni e riprese (soprattutto in primavera ed in inverno), regredisce generalmente con la pubertà, in una minoranza di casi può persistere anche in età adulta.

Nel neonato l’esordio si ha generalmente al volto che appare piuttosto gonfio (edematoso) con cute arrossata, secca, ruvida, desquamante, pruriginosa. La dermatite può interessare anche il cuoio capelluto (nei primi sei mesi è indistinguibile dalla così detta crosta lattea), il collo, le regioni retro auricolari, le pieghe dei gomiti e/o delle ginocchia (ove può assumere un aspetto più francamente eczematoso), gli inguini, le caviglie, o anche tutto il corpo. Possibile la comparsa di abrasioni da grattamento che, infettandosi, possono richiedere un trattamento antibiotico. Nelle fasi di remissione la cute si presenta secca (anche molto secca in alcuni casi), desquamante, irritabile e generalmente pruriginosa. La D.A. spesso si associa ad altre patologie da sensibilizzazione allergica quali asma, orticaria, rinite, congiuntivite, ed alcune forme di gastroenterite. Possibile anche l’insorgenza una dermatite allergica da contatto. Ciò sembra avvalorare l’ipotesi di una predisposizione genetica, supportata anche dal frequente riscontro di altri familiari consanguinei affetti da allergopatie.

La diagnosi di D.A. è puramente clinica dato che le indagini bioumorali e/o strumentali non rilevano alterazioni di sorta, ad eccezione del frequente riscontro di tassi notevolmente elevati di IgE totali (PRIST) e di una ampia serie di false positività nel dosaggio delle IgE specifiche (RAST).

Dal punto di vista terapeutico si fa troppo spesso abuso dei cortisonici per via locale e, a volte, anche per via orale. Il loro impiego è accettabile solo nelle fasi molto acute di malattia e per tempi brevi per la possibile insorgenza dei ben noti effetti collaterali soprattutto nei bambini che hanno una cute più sottile e più permeabile di quella di un adulto. L’uso di antistaminici per sedare il prurito è accettabile, anche se veramente poco utile, per via orale ma è assolutamente da evitare per via locale data la loro intrinseca capacità sensibilizzante. Nei casi particolarmente resistenti si può ricorrere ad altri immunodepressori non steroidei, all’uso ragionato delle radiazioni ultraviolette, alla climatoterapia o anche alle cure termali.

In realtà spesso è utile e sufficiente tenere ben idratata la cute mediante l’uso di prodotti di paracosmesi che abbiano proprietà idratanti ed umettanti che tengano la cute ben idratata ed elastica, evitando preparazioni troppo grasse che, impedendo la perspiratio insensibilis, potrebbero provocare l’insorgenza di pustole ed aggraverebbero il prurito. Particolare attenzione deve essere posta nella detersione dell’atopico, evitando i saponi (disciolti in acqua danno pH alcalino) e detergenti troppo aggressivi o che alterino il pH della cute, preferendo i syndet a pH lievemente acido arricchiti di idratanti ed umettanti, utilizzando acqua a 35-37°C (l’acqua calda sgrassa troppo la cute accentuando la secchezza cutanea), aggiungere un preparato oleoso (ad esempio Vitamina E) all’acqua del bagno in vasca. L’asciugatura deve essere praticata mediante un leggero massaggio (non energica frizione) cui far seguire l’applicazione di un idratante cutaneo. Il massaggio libera neurotrasmettitori cutanei, capaci di indurre nelle terminazioni nervose stimoli che raggiungono il sistema nervoso centrale e che contribuiscono localmente al mantenimento tonico dell’eutrofismo cutaneo.

In tema terapeutico non deve essere trascurato il sostegno psicologico da parte della famiglia o dello psicologo (se del caso) essendo questa una patologia invalidante (troppo spesso provoca ansia, turbe del sonno, senso di esclusione e/o di inadeguatezza, ecc.). Importantissima è l’interazione dell’atopico con il proprio ambiente (scuola, famiglia, parrocchia, ecc.) poiché la pietas degli altri verso il suo stato di malessere può comportare un atteggiamento troppo conciliante nei suoi confronti, verso le sue richieste anche le più ingiustificate ed assurde. Dunque, perché guarire se lo stato di malattia comporta indubbi vantaggi?

Un’ultima parola per l’ambiente in cui l’atopico, che abbiamo detto è particolarmente soggetto a creare nel tempo delle allergie sia da contatto sia IgE mediate, deve vivere: evitare tappeti, moquette, tendaggi o quant’altro in grado di trattenere la polvere, preferire materassi e cuscini in lattice (anche non sono del tutto risolutivi contro gli acari delle polveri domestiche) eventualmente ricoperti da fodere dust free (si trovano nei negozi di articoli sanitari), evitare temperature ambientali superiori a 20°C, controllare lo stato di umidità degli ambienti (ambiente freddo e secco disidrata la cute), evitare il fumo di sigaretta.

Circa l’abbigliamento non coprire troppo (il sudore accresce il prurito), usare solo cotone possibilmente di colori chiari e lavati possibilmente a mano con sapone di Marsiglia, non con i comuni detersivi per lavatrici, cui far seguire abbondante risciacquo. Per l’igiene ambientale ottimi sono gli aspirapolvere che lavano l’aria aspirata facendola passare attraverso l’acqua e la centrifugano prima di reimmetterla nell’ambiente, ovviamente purché la potenza di aspirazione sia tale da permettere il trattamento a fondo di materassi, tendaggi, divani, ecc.

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Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.