Il prurito, il cui meccanismo patogenetico non è ancora del tutto conosciuto, è una fastidiosissima frequente sensazione che può manifestarsi per una miriade di cause in qualsiasi soggetto in qualsiasi epoca della vita, con una particolare frequenza in età avanzata. Prende allora il nome di “prurito senile”.

In quanto sensazione soggettiva, esso viene vissuto secondo la sensibilità individuale e può alterare drammaticamente la qualità della vita del soggetto colpito (ma, di riflesso, anche quella di tutto l’ambito familiare). Causa prima del prurito senile, una volta esclusa la presenza di patologie cutanee o sistemiche, è lo stato della cute, che in questa epoca della vita si presenta grinzosa, diselastica, ruvida, finemente desquamante, secca, sottile, pallida, disidratata (povera d’acqua) e povera di sebo (per riduzione quali-quantitativa dell’attività delle ghiandole sebacee).

Il prurito senile è spesso diffuso a tutto l’ambito cutaneo e piuttosto persistente, con possibili fasi acute in concomitanza con l’assunzione di cibi caldi e/o piccanti, alte temperature, stress emozionali, ecc. o anche assunzione di farmaci (eritromicina, aspirina, fenotiazine, ecc.). In tal caso, prima di aggredirlo con antistaminici e/o cortisonici e quant’altro, molto spesso inutilmente aggressivi e non risolutivi, l’intervento da fare è solo quello di ripristinare lo stato di idratazione e fornire alla cute i lipidi mancanti. Spesso un prurito, anche feroce, scompare con la semplice applicazione di un olio (anche quello da cucina, a volte).

Volendo procedere in maniera più razionale, bisogna intervenire innanzi tutto attraverso una adeguata detersione a cui fare seguire l’applicazione di prodotti reidratanti, nutrienti, elasticizzanti. Poiché l’acqua di per sé, e quella calda in particolare, asporta in grande quantità (80% circa) i lipidi dalla cute accentuandone la secchezza, sarà preferibile praticare una rapida doccia piuttosto che il bagno in vasca utilizzando acqua non troppo calda.

Per la detersione, la scelta deve ricadere su prodotti non troppo aggressivi, preferendo le forme liquide. Personalmente, alle comuni saponette preferisco gli olii e le creme detergenti, poiché meno irritanti; in esse, inoltre, è più facile incorporare idratanti, umettanti, ecc. per limitare la secchezza ed il senso di stiramento della cute, conseguente alla detersione. Tutto ciò è più facile da ottenersi con i syndet rispetto al sapone naturale.

Il prodotto, in fine, deve avere un pH moderatamente acido giacché l’alcalinizzazione provocata dai normali saponi, incluso il cosi detto sapone neutro, può indurre nuovi danni alla cute, tra cui favorire l’attecchimento di flora microbica patogena. Dopo la detersione bisogna ridare alla cute i lipidi persi con essa o che la cute non ha già di per sé (cute senile in questo caso), applicando creme idratanti contenenti prodotti quali collagene, acido ialuronico, urea, glutammato di sodio, ecc. o cold cream, olii, mentolo, ecc., stando però attenti a non provocare allergie da contatto.

Da evitare i prodotti alcoolici quali profumi o dopobarba, che accentuano la disidratazione cutanea, e l’applicazione locale di prodotti contenenti antistaminici o anestetici per il rischio di allergie o fotoallergie. Circa i cortisonici, per applicazione locale va detto che, pur essendo possibile un loro prudente utilizzo, essi sono molto spesso inutili poiché i trattamenti già citati possono ottenere i risultati desiderati senza il rischio di effetti collaterali da steroidi.

Poiché può avere numerose cause scatenanti, in caso di prurito è indispensabile eseguire una approfondita e paziente indagine anamnestica che ne riconosca il tipo (acuto, cronico, continuo, accessionale, diffuso, localizzato, puntorio, urente) ed evidenziare la presenza di eventuali, possibili cause scatenanti quali allergie (eczema allergico, orticaria, ecc.), malattie dismetaboliche (diabete, tiroiditi, ecc.), neoplasie (pancreatiche ad esempio), m. di Hodgkin, parassitosi (pidocchi, scabbia, ecc.), lichen sclero-atrofico, carenza di ferro, ecc. In caso le indagini bioumorali e/o strumentali accertassero la presenza di patologie in atto, bisognerà procedere al loro trattamento. La somministrazione di antistaminici, cortisonici, ecc. e/o la terapia locale potranno solo cooperare a tenere sotto controllo il sintomo prurito ma non risolvere alla base il problema.

Un aspetto da non ignorare o sottovalutare nel prurito senile è la sua possibile origine psicosomatica, spia di un malessere interiore dell’anziano (senso di inutilità, sindrome del nido vuoto, perdita del ruolo sociale, senso di abbandono, insoddisfazione sessuale, isolamento, emarginazione, ecc.) che l’indagine anamnestica dovrà cercare di individuare. In tal caso solo l’intervento della famiglia e/o dello psicologo potrà portare a soluzione, mentre la terapia somministrata (qualunque essa sia) potrà lenire il senso di isolamento e di abbandono, in quanto espressione comunque di attenzione.

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Specialista in Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse ed in Allergologia e Immunologia Clinica Primario Dermatologo dell’Osp. Casa Sollievo della Sofferenza- Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di San Giovanni Rotondo (FG) dal 1/10/1980 al 31/05/2006. Docente a Contratto presso le scuole di Specializzazione in Dermatologia delle Università: Cattolica del Sacro Cuore di Roma, G.D’Annunzio di Chieti , A.Moro di Bari dal 1984 al 2006 Presidente Emerito dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI) Autore di oltre 300 tra pubblicazioni ed abstract di relazioni tenute in numerosi congressi nazionali ed internazionali della specialità, coautore di 6 ed editor di 4 volumi di dermatologia. Socio di numerose società scientifiche italiane ed internazionali tra cui American Academy of Dermatology, European Academy of Dermatology, SIDEMaST, ADOI, ecc.