L’esposizione alle radiazioni ultraviolette (RUV) naturali (sole) o artificiali (solarium) viene comunemente affrontata con grande leggerezza, senza nessun controllo preventivo, mentre veramente utile sarebbe un colloquio con il proprio medico per farsi dare le “istruzioni per l’uso”.
L’esposizione alle RUV dopo l’assunzione o l’applicazione sulla cute di prodotti farmaceutici quali antistaminici, ipoglicemizzanti orali, antibiotici, antimicotici, anticoncezionali, ansiolitici, ma anche alimenti, piante o sostanze di uso comune, può indurre la comparsa di reazioni fotoallergiche o fototossiche. Oltre a ciò, bisogna ricordare che numerose sono le patologie che possono essere indotte e/o aggravate e/o scatenate dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette. Ma cerchiamo ora di entrare un po’ più nello specifico.
Tra i farmaci che possono indurre reazioni fotoallergiche ricordiamo, giusto per citarne alcuni tra quelli di uso più comune, gli antidepressivi triciclici, le benzodiazepine, il chetoprofene in preparazione topica, il dapsone, i diuretici tiazidici, le fenotiazine, il minoxidil, la simvastatina, la sulfasalazopirina, la terbinafina, ecc; tra le sostanze di uso comune ricordiamo l’eosina, l’olio di bergamotto, la fluoresceina, il muschio di ambretta, alcune componenti dei filtri solari ( benzofenoni, cinnamati, dibenzoilmetani, ecc.).
Le piante della famiglia delle composite (lattuga, radicchio, cicoria, carciofo, camomilla, calendula, ecc.) possono reagire alla fotoesposizione con reazioni di tipo sia fotoallergico sia fototossico. dopo assunzione orale o applicazione locale. Reazioni di tipo fototossico possono essere indotte da piante comunemente usate sia per l’alimentazione sia per applicazione locale (carota gialla, cedro, fico, finocchio, limone, mostarda, ruta, sedano, ecc.), da farmaci (tetracicline, furocumarine, fenotiazine, derivati del catrame, sulfonamidi, diuretici tiazidici, furocumarine, ecc.). Il bergamotto, contenendo profumi, dopo esposizione alle RUV può provocare la berloque dermatitis caratterizzata da una pigmentazione brunastra, persistente anche per molti mesi, esteticamente invalidante.
Tra le patologie che risentono dell’esposizione alle RUV va ricordato che mentre acne volgare, psoriasi, dermatite atopica e dermatite seborroica possono essere scatenate o aggravate dalla foto esposizione, devono sostanzialmente evitare le RUV (naturali o artificiali che siano) i portatori di albinismo, dermatomiosite, eritema polimorfo, eruzione polimorfa da luce, herpes simplex, infezioni virali, lupus eritematosus, orticaria solare, pemfigo, porfiria cutanea tarda, acne rosacea, vitiligine, ecc. Divieto assoluto alla fotoesposizione vige per i portatori di xeroderma pigmentoso.
Come abbiamo visto la foto esposizione richiede cautela e consapevolezza per evitare di trasformare la ricerca di piacere in fastidio.