La Puglia si afferma nel settore dell’economia agroalimentare con la produzione di vini. Quello che, però, sta preoccupando i produttori è l’aumento dei costi di produzione dovuto ai rincari del packaging, ovvero la modalità di confezione e presentazione di un prodotto, e delle bottiglie di vetro. I vini pregiati hanno resistito alla crisi registrando dei segni positivi fino al 2021. Queste analisi sono state condotte dall’organizzazione Confagricoltura Puglia.

Quello che preoccupa oggi – sottolineano il presidente di Confagricoltura Puglia Lazzàro e il presidente della Federazione regionale vitivinicola Alessandro Candido – è dunque l’aumento dei costi di produzione con incrementi che vanno dal 15% sul costo delle bottiglie in vetro sino al 30% di rincari nel packaging”, questi dati sono molto importanti se pensiamo che la Puglia con 9.000.087 ettolitri (+1%) è seconda solo al Veneto con 11.717.223 ettolitri (+7% rispetto all’anno precedente), in Italia, per produzione. Fa onore al nostro Paese avere l’etichetta di maggior produttore di vino nel mondo: quasi un quinto viene dall’Italia, per l’esattezza il 18,5%.

È inevitabile il collegamento con l’energia, infatti il nostro Paese è in forte deficit energetico e questo spinge l’importazione dall’estero. Introduciamo il 73,4% dell’energia consumata in Italia, con valori del 93% per il solo gas, con le rinnovabili che arrivano soltanto al 20% del fabbisogno. L’aumento dei prezzi per i prodotti da origine fossile, insieme alla necessità di affrontare i cambiamenti climatici e contrastare l’inquinamento spingono con forza verso un’indispensabile transizione energetica, che punti sulle fonti rinnovabili Made in Italy; queste dovranno farsi largo sul mercato, quasi spintonando le altre filiere, perché ci sono ancora dei punti da sistemare come le tempistiche necessarie per l’ottenimento delle autorizzazioni e il “conflitto” nell’utilizzo del suolo.