Tra i diversi modi di creare la schiavitù abbiamo avuto le guerre, il commercio degli schiavi e il debito, quest’ultimo se non era estinto portava alla schiavitù.

Il commercio degli schiavi sembra cessato o forse ha assunto nuove forme di lavoro, ma il debito ed il condizionamento della vita degli uomini e delle scelte degli Stati con nuove forme di creazione di debito continua. Il fatto nuovo nella storia sono le dimensioni, le cifre.

Diamo qualche dato grossolano. Il PIL (Prodotto Interno Lordo) pare che sia di 20mila miliardi di USD. Bene, ogni 5 giorni la quantità di carta rappresentativa di valore che  muove le transazioni è della stessa cifra: 20 mila miliardi di USD.

Per ogni unità di bene che viene trasferito, come grano e petrolio, vengono negoziati decine, e in alcuni casi centinaia, di titoli rappresentativi di quella unità di bene. Questa quantità di carta, e chi la detiene, vive di transazioni finanziarie. Chi la possiede rientra in quel 1% che ha la stragrande parte della ricchezza.

Non è vero che la crisi è per tutti. Per alcuni è un grande affare. E tra questi vi è il sistema finanziario ed una élite privilegiata. Lo stesso sistema finanziario e questa élite non sono in grado di prevedere cosa possa succedere con il crescere a dismisura di questa quantità immensa di carta rappresentativa di valore. Questa carta non è garantita da niente ma solo da altra carta.

Per una serie di scelte politiche, da Nixon in poi, la carta dollaro non è garantita da niente e, per scelte politiche, è stata successivamente eliminata la separazione nata dopo la crisi del ’29 tra banche di credito commerciale e banche di investimenti che era rimasta fino a Clinton.

Per cui la banca alla quale chiedi un fido è la stessa banca che investe su titoli finanziari e lo fa con denaro non suo e nella quantità e qualità che ritiene, spingendo un tasto della tastiera del computer. Per cui gira un sacco di carta e di titoli e le aziende e le persone fisiche non trovano risorse nelle banche.

Come fanno queste élite finanziarie ed economiche a condizionare gli stati e la loro sovranità?

Oltre all’arruolamento di personaggi che coprono ruoli apicali per cui siamo governati da personaggi politici che hanno avuto ruoli importanti nelle più grandi strutture finanziarie del mondo (per cui non sappiamo se stanno lavorando per lo Stato o ancora per le loro multinazionali finanziarie) hanno un sistema efficace per condizionare le scelte politiche. Questo sistema è la gestione del debito.

Il debito, in questo caso il debito pubblico italiano, è l’arma del condizionamento. Il debito pubblico come elemento di ricatto politico.

Non ci deve sorprendere questo uso. Abbiamo attraversato stagioni nelle quali eravamo tutti edotti sullo spread. Si parlava solo di spread poi qualcuno, con una semplice lettera, è stato mandato a casa ed è stato nominato un certo Monti e dello spread non se ne è più parlato.

Perché si parla tanto del debito pubblico? Perché deve crearsi un senso di colpa. Una paura. Perché con la paura si possono far passare scelte che non fanno gli interessi dei cittadini.

Come difendersi? Facendo una contro domanda. Verso chi siamo indebitati? Da dove nasce il debito?

Siamo indebitati verso un sistema bancario e finanziario che non appartiene più allo Stato ma a privati. Lo stato italiano deve indebitarsi con una struttura finanziaria detenuta da privati.

Questa struttura si trova a gestire quantità di carta rappresentativa di valore  in quantità immense, come mai nella storia. Di fatto ha il controllo su tutto.

Ma la quantità di carta e di titoli è tale che teme che come per il bambino del re Nudo   qualcuno possa gridare e farsi sentire che, a sostenere la credibilità della carta dollaro, ci sia solo altra carta dollaro.

Allora cosa fare?  Le soluzioni alla Gheddafi non sempre sono praticabili. Gheddafi come il bambino del re Nudo voleva lanciare in alternativa al dollaro carta il dinaro d’oro, una moneta garantita dall’oro che univa la maggior parte dei paesi africani.

La reazione è stata il bombardamento che abbiamo conosciuto. Ma il problema del dollaro carta rimane ed una crisi di credibilità dell’oro rimane .

Questo 1% della popolazione ha bisogno di sopravvivere ad una ipotesi del genere. Cosa fare?

Per questa élite mondiale bisogna trasformare i diritti dell’umanità in beni da comprare. Sono beni indispensabili, per venderli non necessitano di campagne pubblicitarie per che riguardano i seguenti settori: istruzione, salute, energia, acqua e trasporti.

Come fare per privatizzarli? Attraverso il debito. Se un gruppo privato decidesse di privatizzare tutto questo e tutto in una volta ci sarebbero delle reazioni.

Basta farlo poco per volta. Diffondere l’idea che si è vissuto al disopra dei propri mezzi, che non possiamo più permetterci le pensioni, la sanità pubblica, la scuola pubblica, l’acqua e tanto altro.

Bisogna farlo senza guardare le cifre. Perché se le guardiamo con attenzione e senza le paure che cercano di inculcarci, scopriamo cose interessanti.

IL DEBITO PUBBLICO IN ITALIA

In Italia il debito e di 2.230 miliardi. Siamo al 132% del PIL. Però non viene detto che 90 miliardi scaturiscono da interesse su debito, che è la terza cifra del bilancio dello stato, viene dopo la previdenza e la sanità.

Quando non pagavamo gli interessi sul debito negli anni ’60  il debito era il 60% del PIL. Altro dato importante e sconosciuto.

Il bilancio dello Stato, tranne che per il 2009 si è sempre chiuso con un avanzo positivo, nessuno lo dice. Cosa porta ad avere un bilancio negativo?

Un elemento che prima della separazione tra Ministero del Tesoro e Banca d’Italia non c’era. L’interesse sul debito che da allora si è accumulato. A dispetto di quello che ci raccontano e della sistematica spoliazione dell’Italia, il nostro paese ha ancora una bilancia attiva. Ma ha una palla al piede che si chiama interesse passivo accumulato nei confronti di banche private.

Per come è strutturato questo debito con questi ritmi non sarà mai ripagato. Ci vorranno qualche centinaia di anni. Allora perché succede.

Come per l’usuraio i creditori e coloro che lavorano con i creditori temono il fallimento, la morte del debitore e il pagamento del debito.

Quasi tutta la nostra classe politica, con ruoli apicali, ha lavorato per le più influenti  finanziarie europee e mondiali.

Tutti sanno che questo debito non sarà mai pagato e come per gli usurai temono che venga pagato o che il debitore si suicidi o che fallisca e non paghi più nessuno. Vogliono tenerlo in vita per continuare a ricevere interessi e per comprare a prezzi stracciati gli assets produttivi che gli rimangono (come per la Grecia).

In più se rimane in vita il debitore-stato possono trasformare i diritti fondamentali Sanità, Istruzione, Previdenza, Acqua, Trasporti Essenziali e Comunicazione come beni in vendita. Sono beni indispensabili, senza concorrenza e possono costituire la continuità di reddito privato nel caso che la bolla finanziaria per eccesso di carta rappresentativa di valore dovesse scoppiare.

Bella prospettiva. Andiamo a votare con ottimismo.