Recita di Natale a porte chiuse all’asilo Perone di Bari. La decisione ha mandato su tutte le furie un gruppo di genitori. Giudicano la decisione terribile e ingiusta, soprattutto perché dovranno rivedere i propri figli solo atraverso foto e video di un fotografo, per di più a pagamento. Poco spazio e distrazioni, sarebbe stato detto. I genitori rivolgono tramite noi il loro appello, con la speranza possa essere ascoltato.

LA LETTERA DEI GENITORI – Con la presente sono a comunicarVi una questione davvero spiacevole che riguarda i bimbi che frequentano l’asilo Clementina Perone. Il consiglio ha deciso che la recita di Natale quest’anno si terrà a porte chiuse, ovvero in assenza di genitori e parenti.
La decisione è assolutamente non condivisibile da noi genitori per svariate ragioni. La recita di Natale è un momento meraviglioso che tocca i cuori dei bimbi, dei genitori, dei nonni e delle maestre. La recita di Natale è condivisione, gioia e amore; quest’anno hanno deciso di privarci di questo magico momento che unisce tutti e che sancisce il tradizionale appuntamento di chiusura anno.

Non va bene per le mamme e papà lavoratrici e lavoratori, i quali possono partecipare solo a pochi eventi della vita scolastica dei propri figli, facendosi in quattro per conciliare lavoro, ferie e permessi in modo da poter vivere questi pochi giorni di condivisione con i figli;
per le mamme casalinghe, che attendono questi momenti per poter finalmente varcare la soglia di quell’asilo al quale affidano ogni mattina un pezzo del loro cuore;
ai bambini, che preparano una recita che per loro è una impresa paragonabile ad un colossal per un pubblico quest’anno inesistente.

Ci si fa in quattro per organizzarsi ed essere presenti nei momenti importanti dei nostri figli e giunti al più bello viene deciso in maniera arbitraria che di noi si può fare a meno?
È terribile e inaccetabile. La scuola ha tenuto a rassicurarci comunicandoci la presenza di un fotografo che riprenderà il tutto e (dietro compenso) ci darà copia del filmato e delle foto. Personalmente non riesco ad accettare che per poter vedere mio figlio recitare in un asilo pubblico debba pagare un estraneo, pur bravo nel suo lavoro, ma che ha l’obbligo di riprendere tutti senza sentimento. Io voglio un video, anzi il mio video, fatto dal mio cellulare, fatto male, fatto con le voci di sottofondo, mosso, brutto, ma fatto con amore.
Io ho bisogno di guardare mio figlio emozionato e teso, ma felice perché sono lì.

I bimbi recitano soprattutto per farsi vedere da noi genitori, per farsi dire che sono stati bravi. Ho ancora negli occhi lo sguardo di mio figlio che lo scorso anno durante la recita (qualsiasi essa fosse) cercava il mio di sguardo carico di commozione e gioia.
Ci crederanno quando diremo loro che sono stati bravi senza che ci abbiano visti?
Loro sono bimbi che credono a Babbo Natale ma alle nostre bugie no.

Le motivazioni sono banali scuse che non ci bastano e non accettiamo: lo spazio a disposizione è misero (esiste una palestra); troppi spettatori (nonni o altri parenti); bimbi che si distraggono (come se fossimo alla scala di Milano). Perché a tutto c’è una soluzione: si può gestire lo spazio, gli spettatori (anche se non è pensabile di tener lontano un nonno o una nonna che ama il proprio nipote più della propria vita solo perchè “siamo troppi”.
Perchè il senso del Natale (con la N maiuscola) è proprio quello. Non importa ciò che un fotografo possa riprendere, perchè potrebbe essere il più bravo al mondo, ma non potrà mai riprendere il sentimento che si irradia nell’aria quando un gruppo di bambini che recita a Natale diventa il più bel regalo si possa ricevere.

A  mio avviso e di altri genitori è stata presa una decisione crudele che non tiene conto dei sentimenti delle persone in particolar modo dei bimbi. Non riesco a prevedere se questa lettera sortirà qualche effetto o se riuscirà a toccare i cuori di chi ha promosso questa scellerata proposta, ma il coinvolgimento alla vita scolastica dei propri figli è un dovere e un diritto che molto spesso si rimprovera ai genitori di non esercitare. Mi auguro che venga presa in considerazione l’idea di rivedere la decisione evitando inutili dissensi e malumori che nuocerebbero a tutti tranne che al fortunato fotografo. Dicono che al giorno d’oggi andando tutti di fretta non abbiamo il tempo di dare il giusto peso ai valori e non apprezziamo più le cose semplici della vita.

Oggi la scuola ha un’occasione per educarci a capire che sbagliare si può, ma l’importante è riconoscere l’errore rimediando finchè si è in tempo e che le cose semplici vanno sempre valorizzate e condivise con più persone possibili. Vi imploro a non privarci dello spettacolo del calore del Natale e della nascità di un Gesù che ognuno di noi rivede nel volto del proprio figlio.

Confidenti di Vostra comprensione
I genitori