Sindaco, io mi chiamo Andrea ho 11 anni e vivo con la mia famiglia a Bari Vecchia. Io desidero che tu pensi a quello che scrivo adesso in questa lettera.

Papà non ha il lavoro ma credo che non è mai andato a rubare. Però aiuta mia mamma e i miei 4 fratelli vendendo bevande sul lungomare a San Nicola e in estate. Ma sono preoccupato perché adesso papà urla in continuazione; contro di te, contro la polizia, contro tutti. Non abbiamo tanti soldi ma papà vuole bene alla sua famiglia.

Adesso io ti voglio fare una domanda: vuoi fare qualcosa per me, figlio di un abusivo? O vuoi che divento abusivo pure io, come papà? Io vorrei tanto giocare così come fanno tutti gli altri bambini più fortunati di me che hanno tanti giochi. Ma a Bari Vecchia non abbiamo niente. Le strade sono sporche e giochiamo in strada perché noi poveri viviamo in sei persone in una piccola casa. Ma io le strade le voglio più pulite.

Adesso viviamo nel terrore perché mia mamma guadagna qualche euro facendo le orecchiette e le vende ai ristoranti o alla gente, ma qui a Bari Vecchia si dice che in questi giorni ci manderai la Finanza perché non facciamo gli scontrini.

Ti prego non fare anche questo perché sennò io e la mia famiglia non avremo più neanche pochi euro in tasca.

Ecco Sindaco oltre alle manganellate date a mio padre, per favore, non togliere anche a me e ai miei fratelli il sorriso perché siamo già poveri. Mamma e papà non sorridono più. Ho paura, perché a noi che siamo figli di gente abusiva, non ci vogliono far vivere come dei bambini“.

 

Andrea, figlio di un abusivo