Avere la barba non significa necessariamente essere un terrorista. È semplicemente uno stile di vita, uno dei migliori. Sì, perché anche chi vi scrive ha una barba lunga quasi dieci centimetri. Il problema è che da quando nel nostro lessico è entrata quotidianamente la parola “terrorismo”, si può essere scambiati per probabili attentatori.

Ma i tipi di barba sono diversi. Ci sono i ragazzini che vogliono sembrare un po’ più grandi e si fanno crescere quei quattro peli che hanno sul volto. Non rientrano neanche nella cerchia dei barbuti. Poi ci sono quelli che ci provano, vogliono avere la faccia da duro, ma non resistono alla famosa “tre giorni” di prurito sul volto e cedono alla tentazione della lametta. Ancora, esistono uomini con la barbetta. E se non la chiamano barba è come se non ce l’avessero. Infine ci sono gli appassionati, quelli che preferiscono avere il barbone anziché un rapporto sentimentale.

Sono i più tenaci, spendono soldi in oli naturali e shampoo germicidi. Non si pettinano ma asciugano la barba col phon. Il motivo è unico: perché è bella (o meglio, a loro piace) ma, soprattutto, raggiunti i cinque centimetri non si ricordano più la forma del loro viso.

Come Francesco, lo studente che abbiamo incontrato per strada. Ci ha raccontato di tutte le volte che ha scorto preoccupazione nel volto della gente. Ecco, caro amico mio, il fatto che studi Scienze Politiche e abbia una splendida barba non vuol dire necessariamente che nella tua mente ci sia il progetto di un attentato. Dunque, massima solidarietà. E il messaggio è: imparate ad amarci, dietro quella barba non c’è solamente un pugno (come in quella di Chuck Norris).