
Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri, 7 giugno, il decreto legge volto a contrastare la violenza sulle donne. Al suo interno sono riportati 15 articoli che mirano a introdurre misure più restrittive per prevenire abusi e femminicidi: applicazione del braccialetto elettronico automatica, distanza minima di 500 metri, ammonimento delle pene, arresto in flagranza per stalking, l’ampliamento delle fattispecie di reato per cui si possono applicare le misure precauzionali, tra cui revenge porn e sfregio del viso con l’acido, la velocizzazione dei tempi per l’applicazione di tali misure. Stando alla ministra della famiglia e pari opportunità, Eugenia Roccella, firmataria di questo disegno assieme al ministro della Giustizia Carlo Nordio, questo testo normativo rappresenterebbe una sorta di “cartellino giallo” per l’uomo violento, che si pone l’obiettivo è di prevenire ed evitare i cosiddetti “reati spia”, affinché questi non possano degenerare in fatti ancora più gravi.
“È un intervento a 360 gradi, crea fattispecie di reato nuove, inasprisce le pene, interviene sul Codice penale, sul codice di procedure penale e anche sulla normativa antimafia”, ha dichiarato Nordio. Il ddl verrà poi presentato questo autunno durante la giornata del 25 novembre, dedicata alla lotta internazionale contro la violenza sulle donne, in tutte scuole dinanzi alle sopravvissute. “Solo con i racconti delle vittime si può rendere giustizia e alimentare una consapevolezza crescente”, ha sottolineato Roccella.
Aggravamento delle pene
Nel decreto di legge verrà esteso l’ammonimento del questore nei casi in cui venga notato che la persona ammonita sta per commettere un reato o atti di molestia, una misura di prevenzione volta a proteggere le vittime di violenza, garantendo una tutela anticipata.
La Polizia in questo caso riceverà una segnalazione che gli permetterà di attivare le procedure di verifica. Potrà essere previsto anche il ritiro delle armi al soggetto ammonito. L’ammonimento si applica anche nei cosiddetti “reati spia”, e vale anche nel caso in cui la vittima sia diversa da quella che ha fatto la segnalazione. La revoca può essere applicata dopo 3 anni, solo nel momento in cui i soggetti hanno sostenuto e ottenuto valutazioni positive in diversi percorsi di recupero.
Rafforzamento delle misure di prevenzione
Il decreto prevede un aumento delle misure cautelari. Il pm ha 30 giorni di tempo per iscrivere la persona indagata nel registro, così da valutare se applicare o no le misure cautelari. Superati questi 30 giorni, il compito passa al giudice. Qualora il pm non consideri giusti i presupposti per applicare le misure, verranno svolte le indagini preliminari.
Qualora lo ritenessero necessario, verrà applicata ai soggetti di reati gravi una sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, attraverso dei controlli elettronici. In caso di negazione della sorveglianza speciale, la durata delle misure cautelari dovrà essere massimo di 2 anni, durante i quali il soggetto dovrà presentarsi dinanzi alle autorità di pubblica sicurezza.
Termini e condizioni delle misure
Inoltre, il Tribunale potrà imporre all’individuo l’obbligo di mantenere una distanza minima di 500 metri dalla vittima e dai luoghi da lei frequentati. Qualora l’uomo abbia tentato di uccidere o la deturpazione l’aspetto della donna, il Tribunale può disporre l’uso del braccialetto elettronico per controllare il rispetto degli obblighi. Se il soggetto violerà questo divieto potrà essere punito con l’arresto entro 48 ore e la reclusione dai 6 mesi ai 3 anni.
Infine, è prevista una prassi rapida sui processi di violenza contro le donne, dando a questi casi la priorità assoluta. Il Procuratore della Repubblica avrà l’obbligo di individuare più magistrati o procuratori addetti all’ufficio affinché si occupino in modo specifico dell’agghiacciante fenomeno.