Oggi, lunedì 5 giugno ricorre la giornata mondiale dell’ambiente introdotta dall’ONU. In questo giorno, il Wwf ha evidenziato come il fenomeno dell’inquinamento dovuto alla plastica sia abbastanza grave. Dal suo report, “Plastica: dalla natura alle persone”, infatti, emerge come più di 22 milioni di tonnellate di rifiuti in materiale plastico, molti dei quali monouso, vengano buttati in mare e altrettanti abbandonati sulla terra. L’Italia è tra i peggiori inquinatori sulla costa mediterranea, dove vengono gettate ogni anno 4mila tonnellate di plastica solo a causa del consumo di spazzolini da denti.

In tutto il mondo durante questa giornata si mobilitano organizzando diverse iniziative in nome dello slogan “Elimina l’inquinamento della plastica” e mettendo in risalto tre parole importanti: riciclo, riuso e riduzione. Le stesse tre parole usate dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), nel suo ultimo rapporto “Chiudere il rubinetto: come il mondo può mettere fine all’inquinamento da plastica e creare un’economia circolare”.

Infatti, secondo il report dell’Unep, l’inquinamento della plastica ha raggiunto il livello massimo. Negli ultimi anni è raddoppiata fino a 460 milioni di tonnellate e potrebbe triplicarsi entro il 2060, se non si interviene subito. Riusciremmo a ridurre l’inquinamento del 80% solo se le aziende inizieranno a effettuare dei cambiamenti politici e di mercato, avvalendosi delle tecnologie esistenti.

L’Onu ha approvato una bozza determinata all’abbattimento della plastica. L’approvazione è avvenuta sabato 3 giugno, durante l’International Negotiating Committee (INC), con la partecipazione di 175 Paesi. La bozza verrà esaminata a Naroibi a novembre, con lo scopo di raggiungere un trattato finale entro il 2024.

Crescita delle malattie infettive, soprattutto in Italia

L’Italia è il Paese che inquina di più, e per questo è a rischio malattie infettive correlate al clima. Molte di queste malattie sono causate da zanzare (come malaria, dengue, febbre da Chikungunya, febbre West nile), da zecche, (malattia di Lyme, encefalite da zecche) e anche da pappataci (leishmaniosi). La società italiana dell’igiene (Siti), in occasione della giornata dell’ambiente, ricorda ai Governi, nazionali e locali, di sfruttare le competenze di professionisti qualificati affinché illustrino queste malattie.

Al momento i virus sorvegliati sono venti ma la loro diffusione sta aumentando, soprattutto per quanto riguarda quelli provenienti dall’Africa e dai Paesi esotici. In Italia, verso l’estate  2022, già vi sono stati diversi focolai, ma l’aumento delle temperature potrebbe far in modo che vi sia una nuova diffusione. Un altro virus temuto è quello di Marburg, diffuso tra Tanzania e Guinea Equatoriale, ma anche l’influenza Avaria, diffusa in Brasile, Cile, Equador e Cina. Secondo l’OMS, infatti, non è escluso ci possa essere una nuova pandemia.