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Una prima distensione tra Israele e gruppi della jihad islamica palestinese, sembra prendere forma: dalle 22 di ieri, 11 maggio, non ci sono stati lanci di razzi contro lo Stato ebraico, ha fatto sapere il portavoce militare di Tel Aviv Daniel Hagari. Inoltre, i colloqui di cessate il fuoco tra le parti continuano ad andare avanti, mediati da funzionari egiziani. Tuttavia, se Il Cairo è fiducioso nella risoluzione di un accordo, il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, così come Ihsan Ataya, importante ufficiale della jihad islamica, rimangono scettici. “Non possiamo dare garanzie, visto che Israele è poco propenso ad impegnarsi“, ha dichiarato Ataya secondo The Times of Israel.

I colloqui

Al termine di tre giorni di escalation militare, i razzi lanciati da Gaza hanno smesso di preoccupare Israele. Dalle 7, secondo i media locali, le sirene anti missile non suonano più. I rapporti delle Forze ebraiche fanno ben sperare, nonostante lo scetticismo si Netanyahu e Ataya, in una seria collaborazione da parte di entrambi ai colloqui per un cessate il fuoco. Ottimisti si direbbero anche i funzionari egiziani, dopo il fallimento dei giorni scorsi, quando neanche gli Stati Uniti sono riusciti a calmare la tensione sulla Striscia di Gaza. Hagari ha confermato ai giornalisti che i colloqui sono attualmente in corso: “I negoziati sono iniziati qualche giorno fa, non li commentiamo, non sappiamo cosa accadrà. Siamo impegnati a difenderci e attaccare“. Secondo la BBC Ataya avrebbe avuto contatti con l’intelligence egizia ma avrebbe richiesto tempo per discutere dei colloqui con i capi della jihad islamica.

Attacco palestinese a Rehovot: morto un israeliano

Durante la giornata di ieri un razzo lanciato da Gaza ha colpito un edificio di quattro piani a Rehovot, una città a 20 km da Tel Aviv. Israele conta il suo primo morto da quando è iniziata la nuova escalation militare con i gruppi della jihad islamica palestinese. Stando a quanto riportato da un corrispondente di Canale 13 della Tv israeliana, altre 13 persone sono rimaste ferite. Le sirene anti missile son tornate a mettere paura nei sobborghi meridionali di Tel Aviv, Ramle e nella pianura interna a sud. La resistenza palestinese ha anche lanciato razzi contro Ashkelon, Zikim e Nativ Ha’asra, cittadine a nord della Striscia di Gaza.

Nuova tensione nella moschea di Al Aqsa a Gerusalemme

Il Dipartimento delle dotazioni islamiche, al-Awqaf, ha dichiarato che a Gerusalemme decine di coloni hanno preso d’assalto la moschea di Al-Aqsa. Secondo infopal.it, gli occupanti avrebbero organizzato visite provocatorie nei cortili ed eseguito rituali nell’area di Bab ar-Rahma, a est della moschea. La Polizia israeliana imporrebbe restrizioni all’ingresso della moschea, effettuando rigidi controlli e trattenendo i palestinesi ai cancelli esterni. Sarebbe prevista massima allerta per il 18 maggio, in vista dell’anniversario del così detto “Giorno dell’Unificazione di Gerusalemme”.