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Imran Khan, ex campione mondiale di cricket ed ex Primo ministro del Pakistan, è stato arrestato questa mattina, 9 maggio, all’esterno dell’Alta Corte nella capitale Islamabad. Il ministro dell’Interno accusa Khan di frode e corruzione: durante il suo mandato non avrebbe dichiarato alcuni doni ricevuti dallo stato pakistano da funzionari esteri. I sostenitori dell’ex Primo ministro, capo del Tehreek-e-Insaf (Partito per la Giustizia) e fiore all’occhiello del mondo islamico, hanno preso d’assalto Islamabad e stanno protestando in massa per le vie della città. Alcuni video che riprendono l’arresto di Khan evidenziano una ferrea volontà da parte degli agenti, numerosi e pesantemente armati, di non farsi sfuggire l’obiettivo.

Il Partito per la Giustizia nel Pakistan

Imran Khan ha fondato il Partito per la Giustizia nel Pakistan nel 1996, dopo aver concluso, nel 1992, una splendida carriera nel cricket che l’ha portato a vincere la Coppa del mondo. Il suo Partito difende istanze nazionaliste e populiste; secondo lo stesso Khan, dietro il suo arresto ci sarebbero gli Stati Uniti. Washington, infatti, mal digeriva la volontà di Khan di rendere il Pakistan un Paese autosufficiente, a trazione islamica, liberale ma a tutti gli effetti uno Stato sociale. Nel 2002 il Partito riuscì ad ottenere un seggio in Parlamento, ma Khan venne arrestato nella regione del Punjab per aver preso parte a una protesta studentesca contro presunti brogli elettorali. A far storcere il naso ad alcuni Paesi occidentali sarebbe però, più di tutto, l’apertura di Khan verso la Russia di Vladimir Putin e la Cina di Xi Jinping.

Caos a Islamabad: vietati assembramenti oltre le 4 persone

L’arresto del leader ha subito creato risentimento nei sostenitori del Partito per la Giustizia, i quali sono scesi nelle piazze in massa a protestare contro il Governo. La Polizia pakistana ha immediatamente preso delle contromisure emanando un’ordinanza generale che vieta assembramenti oltre il numero di 4 persone. Dalle Tv locali sono arrivati i primi video che riprendono l’arresto di Khan e gli scontri tra centinaia di suoi sostenitori ed i militari che hanno circondato l’accusato.